Regia di Woody Allen vedi scheda film
Caduta in rovina e distrutta psicologicamente dopo i tradimenti, l'arresto per truffa e il suicidio in carcere del marito Hal, la snob e arrivista Jasmine proverà a ricostruire la propria vita trasferendosi dall'elegante New York alla più informale San Francisco, dove tuttavia non perderà il vizietto di rovinare la vita delle persone che la circondano, a cominciare da quella della dimessa e umile sorella Ginger.
Ritratto di donna (orribile), dietro al quale (magari peccando di dietrologia), più che citazioni del Tram Chiamato Desiderio, sembrano intravedersi pesanti allusioni a qualche passata relazione di Woody Allen e a tutto il corollario di dure polemiche che si trascinano da anni in seguito alla fine del rapporto. Sia come sia, questa commedia perfida (o dramma brillante?) segna il ritorno del regista newyorkese su livelli più consoni alla sua fama, dopo il disastro di To Rome With Love.
Semplicemente grandiosa Cate Blanchett (Oscar strameritato), che giganteggia dalla prima all'ultima scena e caratterizza con sublime talento una donna cinica ed arrogante, progressivamente demolita, fisicamente e psicologicamente, dal venir meno delle sue sicurezze economiche e sociali. Blue Jasmine è lei e, al di là della regia impeccabile di Allen, la mirabile prova dell'attrice australiana costituisce la principale ragion d'essere di una pellicola dura, spietata e, a tratti, fisiologicamente sgradevole.
Un buon esempio di Allen "amaro": 7/10.
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