Regia di Woody Allen vedi scheda film
Dopo la rovinosa caduta di "To Rome With Love", uno dei punti più bassi della Sua sterminata (e da molti anni a questa parte, più che altalenante) filmografia, Allen con "Blue Jasmine" ritorna (insperatamente?) alla Sua forma migliore, sia a livello di soggetto che di regia, confezionando uno dei Suoi fim più armoniosi degli ultimi dieci anni. Il film parte lento. Inizialmente sembra muoversi nei meandri della commedia. Regala timidi tiepidi sorrisi. Ma è solo un attimo: perchè ben presto vira amaramente al dramma. Con risultati notevoli. C'è veramente profonda tristezza alla fine: e non poteva che esser così , essendo il film con il quale Allen pone il Suo acuto sguardo sulla crisi economica. Il regista mette al centro del racconto la Sua Jasmine e scrive uno dei Suoi personaggi femminili più belli di sempre. E dire ce ne sono! Cate Blanchett si cala alla perfezione nel personaggio, si impossessa del film dall'inizio alla fine, fornendo una prova elettrica, ricca di sfumature e di regale maestria. Facile immaginare possa incontrare i favori dell'Academy e rientrare così (almeno) tra le migliori attrici dell'anno ai prossimi Oscar. Meriterebbero medesima considerazione anche Alec Baldwin, perfetto nel ruolo di uno dei tanti "brillanti" finanzieri che hanno causato in buona parte, con il loro di fatto criminale operato, la crisi di questi anni: e soprattutto una eccezionale Sally Hawkins (già magnifica protagonista di "La felicità porta fortuna" di Leigh) in quello della sfortunata, ingenua e sin troppo paziente sorellastra. Hey, siamo sicuri che abbia effettivamente il DNA peggiore ? "Blue Jasmine" funziona anche per merito di un perfetto uso del flasback, di un montaggio alternato che mostra efficacemente, tra presente e passato, il vissuto della protagonista. Si passa così dal ricco matrimonio con un puttaniere farabutto dell’alta finanza, dalle sfarzose feste di NewYork, dai gioielli i vestiti , le borse griffate e le ville lussuose, all’umile quartiere ed appartamento della sorellastra di San Francisco, al ripetitivo noioso e stressante lavoro(!!!) da segretaria (viscido dentista incluso), al(l'esilarante) corteggiamento di uno sfigatissimo povero operaio. Almeno nei film, non guardare in faccia la realtà, voltarsi sempre dall'altra parte senza mai domandarsi se "certa ostentata ricchezza" sia lecita o frutto di loschi affari, vivere costantemente nella menzogna, può non pagare. Alle(n)luja! La direzione della fotografia aggiunge poco al valore del film (a differenza di quanto accadeva nei migliori ed irragiungibili film di Allen, es. Io e Annie, Manhattan, Zelig, Hannah e le Sue sorelle, Crimini e Misfatti) ma almeno non ci restuisce quelle fastidiose immagini "da cartolina" viste troppo spesso (Vicky Cristia Barcellona) nel recente passato. Splendida anche la sequenza di chiusura, con la smarrita Jasmine, incapace persino di ricordarsi le parole della "galeotta Blue Moon" di Ella Fitzgerald : "Blue Moon,You saw me standing alone,Without a dream in my heart,Without a love of my own...". Eh sì il sogno di una certa esistenza si è infranto: meglio, si è decisamente frantumato. Bravo mio caro Woody! Voto: 8
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