Regia di Marco Risi vedi scheda film
Prima o poi andrà riscoperto pure Marco Risi. Si, il figlio di Dino che negli anni ’80, con il suo attore-feticcio (quel tanto bistrattato Calà) dette al cinema leggero italiano piccole commedie curate, realizzate con grazie e con sceneggiature all’altezza.
“Un ragazzo e una ragazza” nasce da un soggetto dei Fratelli Vanzina e la sceneggiatura fu curata addirittura da un maestro come Furio Scarpelli. Una delle capacità dei Vanzina negli anni ’80 fu quello di sapere inserire nel mercato cinematografico personaggi adatti alle questioni trattate. Così pescando dai mega-successoni di “Vacanze di Natale” e “Sapore di mare” vennero creati alcuni – oggi li chiamerebbero così – pseudospin-off per dare una storia ad uno dei protagonisti (basti pensare al contemporaneo “Amarsi un po’” con Amendola e la figlia della Welch).
Così, portando avanti questa idea mutuata dalla factory più importante della commedia anni ’80, Marco Risi mette in scena con Calà e Marina Suma – anch’essa reduce da “Sapore di Mare” e da quel finale che ha fatto commuovere più di una generazione sulle notte di “Celeste nostalgia” di un Cocciante dai toni west-coast – una storia che percorre 5 anni (dal 1978 al 1983) nella vita di Calogero e Anna. C’è subito da ammettere che non stiamo parlando di un film comico; le battute si contano sulle dita di una mano e l’impostazione narrativa vorrebbe guardare alle cose più recenti della “nouvelle vague” rimescolate con una grettezza (passatemi il termine) tutta italiana. I tira-e-molla dei due protagonisti a volte sono credibili, a volte volano sopra le righe rendendo il tutto un po’macchiettistico.
Si potrebbe considerare “Un ragazzo e una ragazza” come una versione giovanilistica di “Eutanasia di un amore” di Enrico Maria Salerno.
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