Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Super cult del genere comico italiano, visto e rivisto più volte fin dalla mia infanzia e capace di conquistare, al passare degli anni, il rango di classico del genere. Castellano & Pipolo scrivono e dirigono, curiosamente a giorni alterni, il film, lavorando per la prima volta con Renato Pozzetto dopo i successi comici ottenuti con Adriano Celentano. Il film, pur costruito quale assemblaggio di sketch, funziona e lascia anche un certo messaggio di fondo. Artemio (un ottimo Renato Pozzetto), ingenuo campagnolo che cerca di elavarsi socialmente trasferndosi in una caotica Milano, si renderà conto, pur non volendolo ammettere fino all'ultimo, quanto i vecchi valori della campagna siano più veri e sani dei cittadini. La vita di città è frenetica, senza pause e rivela quanto non sempre ciò che luccica sia oro. Il ragazzo di campagna cercherà di conquistare il cuore della spericolata (soprattutto alla guida) donna in carriera, la bellissima Angela, cui da corpo la debuttante Donna Osterbuhr (splendido taglio di occhi), modella americana, al tempo sotto contratto con l'agenzia Why Not, che in seguito si dedicherà all'attività di truccatrice prima e poi, tornata in patria, a quella di creatrice di scenografie per cataloghi pubblicitari e a quella di fisioterapista. La ragazza viene attratta dalla goffaggine dell'uomo, così ridicola da risultare simpaticissima (si veda i garofani che, tutte le volte, Pozzetto finisce involontariamente per tranciare così da consegnare all'amata solo i gambi). La giovane però, pur gentile e attenta, non può dedicare ad Artemio il tempo che lo stesso si aspetterebbe. Deve infatti centellinare ogni momento, così da incastonare i radi ritagli di tempo tra i mille impegni. Atteggiamento che alla fine la porterà a perdere l'occasione di vivere una vita felice, con Artemio che le preferirà la fidanzata storica (nel frattempo sbocciata a nuova bellezza). Così come con la ragazza di città, Artemio troverà gravi difficoltà anche a inserirsi nel tessuto urbano. Ogni tentativo di trovare un posto di lavoro, finirà per fallire anche a causa della sua schiettezza e onestà. Indimenticabile la scenetta con tre assicuratori che, cercando di verificarne l'attitudine nello svolgere il ruolo di agente assicurativo, finiranno preda della sua capacità di totale improvvisazione. Figura inoltre una parodia della pubblicità del fustino di detersivo di marca da barattare con due sprovvisti di marchio ("Io accetterei, ma quel signore poi là si arrabbia").
Celebre la sequenza nel mini-appartamento, preso in locazione per la roboante somma 1.500.000 di lire mensile (più una lunga serie di ulteriori spese) con Pozzetto che commenterà, a suon di "taac", la preparazione della sua cena salubre a base di cibo in scatola ("questa è vita"), finendo poi intossicato all'ospedale.
Bel ritmo, risate continue e ottenute in modo leggero, senza volgarità o cadute di stile. Rapidi cammei per Massimo Boldi, nei panni di un borseggiatore scoreggione, Enzo Cannavale (finto cieco che si fa condurre al cinema per sentirsi raccontare le scene di un film porno), Franco Diogene (l'assicuratore a cui viene macchiata con l'inchiostro la giacca da 500.000 lire con Pozzetto che commenterà: "ha visto? Se lei avesse fatto l'assicurazione ora non avrebbe avuto problemi!") e Jimmy il Fenomeno.
Musicato in modo indimenticabile dal recentemente scomparso Detto Mariano, Il Ragazzo di Campagna segna l'inizio della collaborazione tra i registi e Renato Pozzetto che, un anno dopo, sarà protagonista del più riuscito ed elaborato E' Arrivato Mio Fratello. Sano intrattenimento.
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