Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Deprimente favoletta sulla genuinità della vita contadina rispetto ai ritmi forsennati della città, affidata al candore di Artemio, il personaggio interpretato da Renato Pozzetto, contadino di Borgo Tre Case in crisi di rigetto verso il mondo campestre e desideroso di cimentarsi con il fascino della metropoli ed i suoi tentacoli. Si reca a Milano confidando nell'appoggio e nell'aiuto del cugino Severino (Massimo Boldi), ma si ritroverà presto a dover tribolare per la ricerca di una casa ed a fronteggiare le pene dell'amore, alimentate dall'incontro con la bella Angela (Donna Osterbuhr). L'esile commediola ha tempi da sketch televisivo, ritmo fiacco, comicità stantia e battute di disarmante banalità (ben poco riesce a strappare qualche sorriso, giusto il tormentone del passaggio dei treni o quella gag demente con Pozzetto che per radersi segue alla lettera le istruzioni di un rasoio per depilazione), la regia di Castellano & Pipolo (al secolo Franco Castellano e Giuseppe Moccia) è anonima e senza brio, la messinscena di misera ispirazione (a parte qualche spunto gustoso nel tratteggiare la comunità campagnola). Nonostante tutto, però, il film vanta un notevole credito, sicuramente eccessivo, tra i nostalgici del trash anni Ottanta, di cui Il ragazzo di campagna rappresenta un involontario epigono.
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