Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Luigi Comencini mette insieme Gianmaria Volontè e Diego Abatantuono, in un film a metà strada tra il drammatico e lo sportivo, dai toni affabili e affabulanti, ma dal messaggio non troppo chiaro.
Sullo sfondo di una Calabria arretrata e rurale, Luigi Comencini spara una delle sue ultime, vincenti, cartucce in carriera, riprendendo la carriera del geniale Volontè ed affiancandolo accanto ad un Abatantuono in un parentesi drammatica in cui non se la cava affatto male. Come nel suo stile, Comencini cuce addosso ad un perfetto sconosciuto, poco avvezzo alla macchina da presa (stavolta il giovanissimo Santo Polimeno), il ruolo di protagonista di una vicenda densissima di sentimenti e tensioni ancora una volta ambientate nel Sud Italia di un importante periodo storico come gli anni ’60.
Il confronto generazionale tra il vecchio autista di corriera che si millanta ex campione di maratona ed il giovane motivato dalla passione e dall’ingenuità è un quid nella sceneggiatura che rimane impresso. Bene tutti gli attori, ottime le luci, che fotografano una Calabria bucolica e luminosa, per una vicenda che prende spunto da un soggetto di Francesca Comencini e Ugo Pirro. Bellissima storia, poco incisiva sul piano della morale, che se vuole richiamare (visto il finale) il concetto di riscatto della volontà sulle convenzioni e sul valore destrutturante di tutte le prepotenze in nome del potere, rimane troppo debole.
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