Regia di PES vedi scheda film
Adam Pesapane (in arte PES) fa vivere gli oggetti. Nelle sue animazioni – spesso realizzate per spot pubblicitari – non si limita a far muovere le cose: assegna loro una coscienza e una volontà, la capacità di desiderare e soffrire (una nocciolina piange mentre annega in un mare di mou), cambiandone completamente l’identità (un esercito di monete si unisce per formare una scarpa da donna). Arnesi, mobili, suppellettili si trasformano in attori in grado di interpretare qualsiasi ruolo (vedi le poltrone che fanno l’amore sul tetto di un palazzo), passando istantaneamente dall’uno all’altro, con la fulminea malleabilità che caratterizza gli effetti speciali. Sotto le sue mani traboccanti di immaginazione, persino la computer graphics – la cui infinita versatilità ne ha ormai azzerato il fascino – riesce ancora a sorprenderci, catturando la nostra attenzione come un prodigioso gioco di prestigio. A questo grande artista della metamorfosi, che unisce il surrealismo alla Magritte alla pop art di Andy Warhol, bastano pochi secondi per rapirci dentro l’illusione di un’impossibile continuità tra le specie, in cui tutto può diventare tutto, in maniera naturale, con una fluidità che sconfigge la logica, sostituendo la magia del miracolo al noioso rigore della concatenazione tra causa ed effetto. Con Fresh Guacamole, un filmato di ispirazione gastronomica la cui durata è inferiore a due minuti, PES ha ottenuto la nomination al premio Oscar 2013 per il miglior cortometraggio d’animazione. La ricetta di una famosa salsa della cucina messicana dà vita ad un concentrato di gioia di vivere, in cui il gusto del gioco – sportivo, da tavolo, d’azzardo – si fonde in maniera impensabile con i piaceri del palato. La tecnica c’è, e la fantasia pure, e i due formidabili ingredienti, sapientemente miscelati, creano un sapore da togliere il fiato.
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