Regia di John Kahrs vedi scheda film
La Walt Disney si candida al premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione con una romantica storia di fogli di carta. Tutto nasce da una macchia di rossetto su un modulo aziendale, e finisce come la più classica delle favole. La tradizionale chiusura in e vissero felici e contenti si prepara, fin dall’inizio, con la giocosa leggerezza dell’aria che, insieme al destino, si diverte a rendere difficile la conquista dell’amore, scompigliando i piani di un giovane impiegato che, dalla finestra dell’ufficio, lancia aeroplanini per attirare l’attenzione di una ragazza dalla figura esile e dai grandi occhi, incontrata poco prima alla stazione della metropolitana. I voli non vanno mai a segno, perdendosi negli acrobatici ghirigori che, nel mondo disneyano, sono da sempre la manifestazione coreografica della fantasia. C’è un tenero tocco vintage in quei sei minuti di disegni in bianco e nero, privi di dialoghi ed ambientati nella New York degli anni cinquanta: questo scorcio di vita semplice, vista dall’alto dei grattacieli, ci riporta indietro nel tempo per ricordarci come i sogni del cinema siano fatti per viaggiare a bordo di un’immaginazione che naviga in balia del caso, lasciandosi trasportare dalle sue sorprendenti improvvisazioni. La beffarda ironia della sorte è l’origine della commedia, i cui protagonisti sono i maldestri e sfortunati seguaci del motto homo faber suae fortunae, perlopiù disadattati e quasi sempre incompresi. Come i due personaggi di questa innocente avventura sentimentale, sono gente “piccola”, alle prese con poteri tanto più grandi di loro, onnipresenti e imprevedibili come il traffico cittadino che ostacola il cammino, o il vento che, con i suoi turbini e le sue svolte repentine, confonde le idee a chi si muove smarrito, in cerca di ciò che continua a sfuggirgli. Paperman è una buffa metafora esistenziale, morbidamente avvolta nel delicato dinamismo dei cartoon per bambini, che qui appare arricchito da un’adorabile dose di espressività, perfettamente in equilibrio tra il realismo drammatico di un film live action e la caricatura tipica dei giornalini a fumetti.
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