Regia di Felix Chong, Alan Mak vedi scheda film
Aggiotaggio: reato disciplinato dal codice penale, secondo il quale “Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a…… e con la multa da euro ……a euro …….” .
Questa tendenziosa manipolazione del corso di valori mobiliari sta al centro del bel thriller dinamico e teso della nuova coppia di registi Felix Chong e Alan Mak, di cui almeno quest’ultimo risulta noto sulla scena europea, grazie alla sua interessante e ormai celebre trilogia “Infernal affairs” (anche quella diretta in coppia, ma con Andrew Lau) da cui Scorsese trasse ispirazione per il suo seducente e parimenti riuscito The Departed .
Un simile reato, che fa seguito ad una lunga indagine su uno spietato ed arrivista manager noto sulla scena economica e finanziaria del paese, attira l’attenzione di un gruppo scelto di poliziotti che, armati di sofisticati mezzi di intercettazione, inizia a sorvegliare l’alta dirigenza di una grossa società d’affari, capitanata appunto dall'egocentrico ed esaltato uomo d’affari di cui sopra, noto per la sua spregiudicatezza e la scaltrezza nell'uscire vincente da contese in affari non sempre limpidi o condotti alla luce del sole.
Dai colloqui captati da parte di tre poliziotti -, coetanei ed amici di vecchia data anche nel tempo libero, nelle singole vite, differenti per abitudini, ceti d’appartenenza e frequentazioni – questi ultimi vengono a conoscenza di informazioni che, se sfruttate al pari del loro spregiudicato indagato, li metterebbe in condizione di lucrare ricchezze ingenti investendo somme in rapporto irrisorie (o addirittura inesistenti operando allo scoperto).
Ci viene infatti fatto sapere durante l’incalzante procedere della vicenda, che almeno due dei tre poliziotti, fino a quel momento esempi di serietà ed inflessibilità sul lavoro, versano in situazioni personali d’urgenza per cui le ingenti somme che deriverebbero dall’investimento fatto in anticipo sulla massa degli investitori, potrebbero alleviare una serie di gravi o gravissimi problemi in famiglia. Quando il capo dei tre, Leung, invischaito tra l'altro in una storia sentimentale con la moglie di un altro collega, viene a scoprire tutto ciò dal terrazzo aggrappato al vertiginoso grattacielo ove i tre si riuniscono per parlare in libertà da cimici o altri dispositivi, prima cerca di dissuaderli con tutti i mezzi; poi comprende la situazione e lascia che i suoi preziosi collaboratori approfittino della situazione per venire incontro ad un fine superiore o comunque eticamente comprensibile. Il film accumula tensioni nella sua prima parte e poi si scatena (sin troppo) nella scia di sangue e melodramma che devasta le esistenze dei protagonisti, sino alle drammatiche conseguenze finali. Una tragedia che si colora di tonalità funeree e shackespeariane che ben si abbinano agli ambienti asettici, spietati e hi-tech dell’alta finanzia e della new economy dell’ultimo decennio o ventennio: quella dei venditori di fumo per intenderci, nonché quella della smania di vendere senza produrre alcunché, infinocchiando la controparte; quella stessa perversa concezione del produrre ricchezza senza solide basi di sostegno che ci ha portato ad una rovina pressoché planetaria, dopo le illusioni di facile ricchezza di cui i soliti potenti furbetti hanno potuto beneficiare, scaraventando nel baratro della precarietà tutto il resto della società.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta