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Regia di Pablo Larrain vedi scheda film

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La recensione su Prófugos

di alan smithee
8 stelle

Pablo Larrain e l'action televisivo: due mondi che più opposti non si potrebbe immaginare: eppure qui tutto funziona nei cliché noti, ma di grande effetto e presa. Un telefilm che non ha tempo di perdersi in parentesi inutili e corre a perdifiato fino ad un regolamento di conti che ci viene anticipato già nei primi concitati minuti iniziali.

Quattro sono i “fuggitivi” del titolo: la regia concitata ed adrenalinica ci catapulta letteralmente nel fulcro di un inseguimento, senza perdere tempo, presentandoci con pochi dati ma chiari, i quattro protagonisti, indicandoci nome ed età, e facendo il punto rapido sulla loro situazione attuale: capiamo che il più anziano ha un grave problema di salute, ne vediamo uno già gravemente ferito che urla mentre la macchina corre all’impazzata in un affollato centro metropolitano con la polizia alle calcagna, e così via per gli altri due: un losco killer dai modi spietati e freddi, e un giovane determinato altro contrabbandiere.

Sono trafficanti di droga che girano il Cile cercando di portare a termine uno spaccio di stupefacenti occultati in bottiglie da vino regolarmente imbottigliate come fosse pregiato vino bianco.

Ma qualcosa va storto e quando sul porto il regolamento tra fornitori ed acquirenti ha finalmente luogo, una sanguinosa sparatoria farà degenerare il già teso equilibrio precario, dando luogo ad un massacro con fuga rocambolesca per le vie cittadine.

Pablo Larrain, coinvolto in questa operazione per la televisione HBO che parte con due episodi pilota e poi si sviluppa in un serial da 10 puntate in cui apparirà anche l’attore feticcio del regista Alfredo Castro, sfodera una grinta e un ritmo che non conoscevamo in questo autore stupendo e controverso, a noi noto ed apprezzato soprattutto come fine indagatore dei più sottili e controversi recessi dell’animo di personaggi spesso controversi e imprevedibili, nella cui mente e nel cui agire il regista ci induceva ad entrare.

Nel pieno di una attività registica che lo vede impegnato con un film all’anno, Larrain evidentemente ama le sfide e sa districarsi con grande talento visivo e senso del ritmo in una storia action dove la suspence corre a perdifiato con l’azione: qui non c’è tempo da perdere, il ritmo cadenza l’azione e i personaggi si rivelano ognuno nelle loro peculiarità all’interno di una vicenda che corre forte, come i serrati inseguimenti, le sparatorie sanguinose, il ritmo concitato e la furia dei nostri quattro determinati eroi del male.

Considerato che arriva di tutto ormai nei mille canali più o meno a nostra disposizione, ci auguriamo che questo validissimo progetto possa avere un seguito anche da noi, mettendo in risalto un regista in tal modo non facile, controverso e davvero molto celebrato dalla critica, ma ancora ignoto alle masse, a causa di una sua cinematografia esemplare, ma spesso tutt’altro che di facile approccio.

E’ davvero bello e positivo tuttavia vedere come un maestro di tale livello sappia confrontarsi col genere, confermando che le doti di grande cineasta si ripercuotono e traducono con estrema naturalezza anche di fronte a prodotti decisamente più commerciali, ma non per questo meno lodevoli artisticamente di quanto sino ad ora prodotto per il cinema.

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