In Tunisia Abdallah, un giovane venditore di dvd, fa i conti con una società intrappolata tra la democrazia e la dittatura. è il 2011, la rivoluzione dei gelsomini si è da poco conclusa e i posti di lavoro per i giovani sono ancora un'utopia. Gli amici di Abdallah sognano l'Europa e le sue ricchezze, allettati dalle storie che sentono sul ricco Occidente. Il padre di Abdallah, una volta lavoratore ospite nei Paesi Bassi, ha però un'idea differente su "quel mondo" al di là del Mediterraneo. Tuttavia, complice una crescente frustrazione e l'incontro con una turista olandese, Abdallah comincia a desiderare un futuro migliore lontano da casa.
Con stile morbido ma mano registica vivace, Pitstra (olandese di padre tunisino) rende omaggio a una generazione di ragazzi frustrati dalla consapevolezza di essere lontani dalle opportunità vere, che cullano il sogno di raggiungere il posto dove poterle cogliere per realizzarsi ma sanno che per provarci devono mettere a repentaglio la propria vita
Die Welt è quello al di là del mare. Se non proprio l'imperialismo americano, che almeno sia la striscia di terra introdotta da Lampedusa.
Abdallah ed i suoi sogni ovvero come (non) fuggire dalla Tunisia post-rivoluzione.
Attraverso gli occhi di un ragazzo tunisino il regista europeo Alex Pitstra esperisce il mondo moderno. Con un piglio originale ed un fervore umano che, nel film, diventano anche ardore tecnico ed estetico. Una visione necessaria, consigliata a chi (specie in Italia) guarda troppa TV.
Il desiderio di fuggire per raggiungere "il mondo", ovvero tutto ciò di buono ed entusiasmante che si vocifera sia presente oltre il braccio di mare che separa i due continenti, spinge il giovane Abdallah a tradire la fiducia della sua famiglia. E a pentirsene amaramente.
La spirale del mondo di Abdallah si è fermata. O, meglio, la rivoluzione, il movimento vitale che stabiliva i suoi punti fermi nella quotidiana routine familiare e lavorativa ha invertito il senso di rotazione, ai suoi occhi, rallentando la sua (sacrosanta ?) ispirazione di adesione “ragionata”, secondo la sua sensibilità araba, al grande mondo capitalistico… leggi tutto
Immerso dalla testa ai piedi nella storia per il fatto di raccontare la primavera araba laddove tutto è iniziato, ovvero nella Tunisia che tra il dicembre del 2010 e i primi mesi dell’anno successivo si apprestava a ratificare la svolta democratica con la caduta del vecchio regime e la votazione di un’assemblea costituente, Die Welt in realtà fa di tutto per smarcarsi… leggi tutto
Quando guarda il mare, Abdallah mira a dove finisce la vista ed oltre, a quell'Europa che il padre - che l'ha vissuta - chiama "Il Mondo" (Die Welt), e a cui lui stesso inizia a pensare con sempre maggior insistenza dopo un'estemporanea quanto indimenticabile notte d'amore con una turista olandese.
«In Tunisia sono tutti su Facebook», «In Tunisia…
Il mondo gira, e questo si sa. Il problema è quando gira su stesso, riportandoti al punto di partenza, facendosi beffa di sogni e speranze e riconferendo al mare, che dovrebbe essere reale spartiacque di vite e futuro, il suo semplice, universale, e in fondo inutile, ruolo di distesa d’acqua.
Nella Tunisia del 2011, brulicante e un po’ confusa dopo la…
Immerso dalla testa ai piedi nella storia per il fatto di raccontare la primavera araba laddove tutto è iniziato, ovvero nella Tunisia che tra il dicembre del 2010 e i primi mesi dell’anno successivo si apprestava a ratificare la svolta democratica con la caduta del vecchio regime e la votazione di un’assemblea costituente, Die Welt in realtà fa di tutto per smarcarsi…
La spirale del mondo di Abdallah si è fermata. O, meglio, la rivoluzione, il movimento vitale che stabiliva i suoi punti fermi nella quotidiana routine familiare e lavorativa ha invertito il senso di rotazione, ai suoi occhi, rallentando la sua (sacrosanta ?) ispirazione di adesione “ragionata”, secondo la sua sensibilità araba, al grande mondo capitalistico…
“Die welt”, il mondo. È quello che sogna Abdallah, dopo la famosa primavera araba. Una rivoluzione che ha cambiato gli equilibri politici, ma non quelli sociali, che ha cambiato le prospettive, ma non la realtà.
Ci fornisce la sua versione Alex Pitstra, regista olandese al suo primo lungometraggio. Il film è ambientato in Tunisia, dove con una camera…
Die welt ovvero: Il mondo. Uno dei quattro capitoli che finisce per dare il titolo al film che racconta l'insofferenza del giovane Abdallah ("Schiavo di Dio vuol dire, ma noi qui tutti ci chiamaiamo così" riferisce il ragazzo ad una turista curiosa), circostanza che lo induce, in modo maldestro e decisamente troppo poco organizzato, ad intraprendere viaggio che nasce come epocale,…
Il 14 marzo 2015 è nato il canale streaming di FilmTv, che raccoglie pellicole invisibili di qualità, proprio come quelle proposte dalla rubrica Scanners (e raccolte nella nostra omonima pubblicazione…
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Con stile morbido ma mano registica vivace, Pitstra (olandese di padre tunisino) rende omaggio a una generazione di ragazzi frustrati dalla consapevolezza di essere lontani dalle opportunità vere, che cullano il sogno di raggiungere il posto dove poterle cogliere per realizzarsi ma sanno che per provarci devono mettere a repentaglio la propria vita
leggi la recensione completa di pazuzuDie Welt è quello al di là del mare. Se non proprio l'imperialismo americano, che almeno sia la striscia di terra introdotta da Lampedusa. Abdallah ed i suoi sogni ovvero come (non) fuggire dalla Tunisia post-rivoluzione.
leggi la recensione completa di MarioCLa rivoluzione ! E poi ? (cit.)
leggi la recensione completa di ImmoraleAttraverso gli occhi di un ragazzo tunisino il regista europeo Alex Pitstra esperisce il mondo moderno. Con un piglio originale ed un fervore umano che, nel film, diventano anche ardore tecnico ed estetico. Una visione necessaria, consigliata a chi (specie in Italia) guarda troppa TV.
leggi la recensione completa di scandonianoIl desiderio di fuggire per raggiungere "il mondo", ovvero tutto ciò di buono ed entusiasmante che si vocifera sia presente oltre il braccio di mare che separa i due continenti, spinge il giovane Abdallah a tradire la fiducia della sua famiglia. E a pentirsene amaramente.
leggi la recensione completa di alan smithee