Regia di Euzhan Palcy vedi scheda film
All'epoca della sua uscita, quello della Palcy era un film di denuncia, mentre oggi appare soprattutto come un'opera di valore storico. Perché nel frattempo il Sudafrica, per fortuna, è cambiato profondamente. Ma quanto sudore e quanto sangue sia costata la svolta politica che negli anni Novanta pose fine al regime dell'apartheid lo dice, fra gli altri, anche questo film, che non è un capolavoro, ma resta un'opera ben fatta sulla presa di coscienza di un bianco di classe intellettuale e agiata, il quale ha vissuto gran parte della propria vita senza rendersi conto di quello che succedeva nel suo paese.
La vicenda è piuttosto avvincente, anche se al montaggio finale la trama risulta in qualche punto tagliata con l'accetta (il processo comincia troppo all'improvviso, senza nemmeno un'indagine preliminare), ma è ben supportato da tutto il cast e impreziosito da una breve partecipazione di Marlon Brando.
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