Regia di Bruce Beresford vedi scheda film
Ho rivisto a distanza di molti anni "A spasso con Daisy" e credo che sia sempre un film apprezzabile, anche se probabilmente non meritava l'onore della vittoria dell'Oscar come Miglior film (ma la statuetta alla Tandy invece è ineccepibile). Tratto da una commedia di Alfred Uhry che ha vinto il premio Pulitzer e recentemente è stata ripresa da Angela Lansbury, il film è la storia dell'amicizia fra una signora ebrea ormai anziana e il suo tassista di colore lungo un arco di oltre vent'anni ed è ambientato ad Atlanta, la stessa città del Sud che faceva da sfondo alle vicende di "Via col vento". La storia di miss Daisy e di Hoke è tenuta quasi sempre su un registro leggero che risulta congeniale, anche se non manca un sottofondo più grave soprattutto quando si rievoca la condizione subalterna dei neri che non si erano ancora davvero emancipati nonostante le lotte di Martin Luther King (il suo personaggio è evocato in una scena attraverso un discorso). Tuttavia, la scrittura risulta un po' troppo accomodante, non scende molto in profondità nella rievocazione ambientale e i personaggi non hanno un particolare spessore: una delle scene più veritiere è quella in cui Hoke si lamenta con miss Daisy per avergli detto all'ultimo momento se voleva partecipare alla cena con il leader del movimento per i diritti civili dei Neri. La regia dell'australiano Bruce Beresford è funzionale e ha il pregio di dirigere benissimo il cast, con una Tandy perfettamente calibrata nel ruolo della signora ebrea che viene gradualmente conquistata dalle qualità umane dello chauffeur; bravi anche Morgan Freeman, qui non ancora divo ma dalla recitazione assai estroversa, e un Dan Aykroyd molto simpatico nella parte del figlio di miss Daisy. Determinante per il successo del film la musica al sintetizzatore di Hans Zimmer, più volte trascinante. È uno di quei film che non passano alla storia ma si possono sempre apprezzare per il garbo e la competenza della confezione.
Voto 7/10
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