Regia di Bruce Beresford vedi scheda film
Niente da dire: un film che fa la sua figura. Ma davvero da quattro Oscar?
Trama
Siamo degli anni Cinquanta e Daisy è una settantaduenne ebrea, ex maestra elementare, che ormai ha bisogno di un aiuto per spostarsi in città. Il figlio assume Hoke (Morgan Freeman) nel ruolo di chaffeur. La donna, insopportabile, inizialmente lo rifiuta categoricamente, ma poi...
Commento
Carino come film, una storia non comune che riesce a divertire e tenta anche di commuovere... Si arriva al finale inevitabilmente prevedibile, per certi versi anche ruffiano. Va detto che comunque ha una morale di pace, collaborazione, antirazzismo da tenere in considerazione in questo mondo, oggi più di allora, davvero ingestibile.
I dialoghi sono tutto sommato ben costruiti e abbastanza brillanti.
Bruce Beresford dirige il tutto senza eccellere. La fotografia non spicca certo per originalità, e le musiche sono adatte alla vicenda.
Il vero valore aggiunto del film è il solito, bravissimo Morgan Freeman, che ha collaborato con Beresford anche nel mediocre thriller The Contract del 2006. Freeman interpreta il povero Hoke in maniera impeccabile, ed è stato candidato all'Oscar al miglior attore protagonista, premio poi vinto da Daniel Day-Lewis per Il mio piede sinistro.
E adesso arriviamo al punto critico. Gli Oscar.
Ci si chiede come mai sia stato possibile che questo film carino, ma niente di più, abbia soffiato l'Oscar al Miglior Film all'immortale capolavoro che è L'Attimo Fuggente di Peter Weir.
Inoltre, Jessica Tandy, che interpretava Daisy, non ha offerto una prova eccezionale come sarebbe dovuto: in vari punti non risultava credibile; insomma: una discreta interpretazione, ma nulla di eccelso.. Ma non posso contestarle la statuetta alla miglior attrice protagonista per il semplice fatto che non ho ancora avuto il piacere di valutare le altre quattro contendenti al prestigioso premio. L'Oscar al migliore attore protagonista, senza nulla togliere ai bravissimi Daniel Day-Lewis e Morgan Freeman, lo avrei dato ad occhi chiusi a Robin Williams nell'Attimo Fuggente. Possono starci invece le altre due statuette che il film si è aggiudicato, quella alla migliore sceneggiatura non originale e al miglior trucco.
Non è stata certo l'unica volta che i membri dell'Academy hanno preso un abbaglio: ad esempio, pensiamo al clamoroso "miglior film" a Shakespeare in Love nel 1999...
by Lolbond
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