Trama
Cinque persone lavorano alla periferia di Barcellona e le loro strade si incrociano quotidianamente. Iurie, wrestler moldavo in attesa dei documenti spagnoli, lavora come agricoltore per conto di Raul. Raul ha rilevato l'azienda dai genitori ma un insetto ha infestato i suoi campi minacciando di rovinare il raccolto. Problemi respiratori hanno invece costretto Maria, vicina novantenne di Raul, a trasferirsi in una casa di riposo dove incontra Rosemarie, un'infermiera filippina. Tutti i giorni, Rosemarie si reca al lavoro a piedi e intravede Maribel, una donna che, prostituendosi, cerca di guadagnare qualche soldo per sé e per il figlio disoccupato.
Approfondimento
THE PLAGUE: UN "WESTERN" SULL'INCERTEZZA CONTEMPORANEA
Prima opera di narrativa realizzata dalla documentarista Neus Ballús, The Plague mischia finzione e documentario per raccontare diverse storie intrecciate che offrono un ritratto in movimento della vita alla periferia di Barcellona. I protagonisti del film non sono attori e sono stati chiamati a interpretare loro stessi in seguito a quattro anni di lavoro con la regista. Il lungo lavoro che sta alla base di The Plague ha permesso alla Ballús di rivelare l'incertezza e lo spirito ribelle che sta alla base della crisi spagnola del Duemila. A descrivere l'opera, le sue intenzioni e la sua genesi, sono le parole della regista, in occasione della prima internazionale di The Plague al Festival di Berlino 2013: «In un primo momento ho pensato di fare un'opera che fosse il ritratto di un luogo ma ho finito invece per ritrarre un gruppo di personaggi che si è dedicato con tutto il cuore al film.Questo non vuol dire che come regista io non abbia avuto un ruolo attivo nel selezionare tutti gli elementi che compongono The Plague. Lungi dall'essere un documentario d'osservazione, The Plague è stato realizzato come se fosse un lungometraggio di finzione: ho fatto sì che le cose accadessero, ho creato i collegamenti tra i personaggi e ho dato vita ai legami tra i personaggi e i loro propri drammi. L'intero costrutto di The Plague è stato creato per servire i suoi personaggi: in poche parole, il film è una sorta di piattaforma sopraelevata in cui i protagonisti possono esprimere loro stessi e in cui possono nascere le loro più autentiche emozioni e i loro gesti più naturali. Paradossalmente, questo costrutto mi ha permesso di cogliere la realtà unica di queste persone, tutta la loro umiltà e la loro forza.
Ho scelto i miei protagonisti dopo essere stata sedotta dal loro mix di solitudine, forza, umanità e bellezza. In un certo senso, sono il simbolo delle difficoltà e dei problemi che la nostra società affronta quotidianamente e che non dipendono dal nostro controllo: individualismo, solitudine, incertezza sul futuro e la continua sensazione di minaccia. Pensando a tutto ciò, The Plague è stato realizzato con le atmosfere di un western contemporaneo: siamo ai margini del sistema, in uno strano paesaggio e nel cuore dell'estate».
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