Regia di Mark Davis vedi scheda film
Una showgirl si sta esibendo per le truppe americane in Vietnam, quando irrompono i vietkong. Due soldati Usa prendono la fuga con la ragazza e il suo manager. Al di là dei molti pericoli e dei nemici violentissimi, il primo ostacolo da superare è la reciproca diffidenza fra i due militari.
Film guerresco, più che di guerra, questo I ragazzi del 42° plotone: un'imitazione blanda e priva di fantasia del canovaccio tipico di questo genere di prodotto in quegli anni, ribadendo clichè usurati e semplificando oltremodo l'intreccio e le psicologie. Proprio i personaggi e le dinamiche che fra loro intercorrono costituiscono il principale problema del copione licenziato da Dardano Sacchetti (qui con lo pseudonimo David Parker Jr.), che per il resto offre azione, ritmo e avventura in quantità, messi in scena con sufficiente perizia da Camillo Teti alias Mark Davis. Erano gli anni dei Platoon, degli Apocalypse now, dei Stallone e degli Schwarzenegger; si vede bene: il tentativo di scimmiottare quel tipo di pellicole è fin troppo esplicito e a conti fatti il lieto fine ampiamente prevedibile con trionfo dei buoni e morte dei cattivi peggiora soltanto la situazione, dando l'idea di aver assistito a un giro di giostra, a una spettacolarizzazione fuori luogo di uno scontro bellico. Ma negli anni Ottanta questo era l'ultimo dei pensieri, si capisce. Fra gli interpreti, tutti presi da seconde e terze linee del cinema statunitense, poco da segnalare: Christopher Alan, Sherrie Rose, Victor Rivers, Jim Pelish e Victor Pujols rivestono i ruoli più importanti. In quell'anno Teti dirigeva anche Bye bye Vietnam, con lo stesso Alan come protagonista, il che dà il sospetto che i due film possano essere stati girati in coppia, o uno a seguito dell'altro. 2/10.
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