Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Esordio nel lungometraggio di Silvio Soldini, che fa intuire il suo stile, qui ancora acerbo, ma che lo proietterà in bellissimi film, l’ultimo 3/19.
L’aria serena dell’Ovest Italia 1990 - Un film corale l’esordio nel lungometraggio di Silvio Soldini, un regista a me molto caro. Un lavoro con una sua dignità, elegante nella sua confezione, però molto fragile ed incompiuto. Silvio Soldini costruisce minuziosamente tutte le inquadrature, con un montaggio moderno, con stacchi e controstacchi intriganti, il film è sicuramente ambizioso e non dozzinale, molto curato, con una splendida fotografia di Luca Bigazzi e uno stuolo di giovani attori in rampa di lancio, tutti molto bravi. Il racconto si snoda intorno ad una misteriosa agendina più volte smarrita. I personaggi sono assorbiti dai loro problemi esistenziali e lavorativi, tutto legato dal sentimento e dall’amore, coniugale e nascosto. Il ritratto sincero di una generazione frustata quella degli anni 90, Silvio Soldini però ha provveduto ad una piccola rinascita del cinema Italiano d’autore, dopo molte, troppe pellicole carine. I suoi personaggi si intrecciano, ma non si sovrappongono, sono tutti autonomi, nelle loro storie che la mdp segue con affetto ed attenzione. Molto ben descritte le insicurezze e le sofferenze dei vari personaggi, la più sensibile sicuramene una bravissima Patrizia Piccinini, nel ruolo dell’infermiera Veronica, interpretata con estremo realismo. L’aria serena dell’Ovest segna l’avvento di un autore sensibile ed attento alle dinamiche del cuore, ancora oggi attivo e prolifico, gira i film molto attento ai problemi delle persone, con profondo scavo psicologico come nel suo ultimo film “3/19”, che ho già in precedenza recensito, con una meravigliosa prova di Kasia Smutniak. Soldini sa entrare con discrezione e sensibilità nell’intimità dei suoi personaggi, ci fa amare i protagonisti delle sue storie, perché sono come noi, la gente comune. Tutti noi siamo un po’ confusi, a volte non sappiamo quale direzione e decisioni prendere,indecisi e persi a volte in problemi che sembrano insormontabili, Soldini ci insegna con il suo cinema, lo spirito della resilienza e del sacrificio, perché tutto alla fine trova la giusta soluzione, la vita va vissuta, soprattutto per le sue zone d’ombra, perché dopo la notte, c’è sempre una nuova alba, un nuovo giorno, che si spera più sereno e felice. Film di fuga e di ricerca, apparentemente gira a vuoto, non è così, tutti i tasselli alla fine combaciano in modo armonico, il film è anche velato di una sottile ironia, tipica della generazione fine anni Ottanta. La storia si svolge nel 1989, tra Tien An Men e la caduta epocale del muro di Berlino. Voto 7 Interpreti e personaggi Fabrizio Bentivoglio: Cesare Noviti Patrizia Piccinini: Veronica Antonella Fattori: Irene Ivano Marescotti: Tobia Silli Togni: Clara Roberto Accornero: Mario Olga Durano: Rosa Cesare Bocci: amico di Cesare Carla Chiarelli: infermiera
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