Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Storielle amorose di tre sorelle orfane di madre e cresciute da un padre rigoroso e tenero (l'allora onnipresente Paolo Stoppa, capace di passare da Visconti alle farse) e un'acida zia zitella (Billa Billa). Probabilmente tra i film meno riusciti dell'onesto artigiano Luigi Zampa, pur certamente senza molte pretese sociologiche, ma forse neanche così prodotto alimentare come lo si vorrebbe far passare, è un classico prodotto medio-basso del filone neorealista rosa del periodo che va inteso come ponte tra il cinema di Emmer e quello dei Poveri ma belli. Però è uno spasso vedere Mike Bongiorno sulla scena: ragazzo impacciato e legnoso, l'anno dopo avrebbe condotto sul programma nazionale Lascia o raddoppia?, abbandonando così la carriera cinematografica (a parte cammei come se stesso in Totò lascia o raddoppia?, C'eravamo tanto amati e Sogni mostruosamente proibiti). Marisa Allasio era già una splendida figliola pronta a diventare una malinconica meteora.
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