Regia di Guido Lombardi (II) vedi scheda film
Un esperto del sistema fognario con enormi debiti di gioco (Paternoster) ha l'idea di penetrare nel caveau di una grossa banca napoletana per saldare finalmente i suoi ammanchi. Suggerisce il piano a un avanzo di galera (Di Vaio) che raduna altri tre complici non proprio raccomandabili per mettere a segno la rapina col buco. Diffidenze reciproche, ambizioni inespresse e un'indomabile avidità determineranno ben altro esito dell'operazione.
Presentato al festival di Roma del 2013 ed arrivato con consistente ritardo nelle sale, Take five (il titolo è preso in prestito da un celeberrimo brano del pianista Dave Brubeck) è un mix tra gangster movie e cinema grottesco con più debiti verso La rapina che nei confronti di Song 'e Napule, sorretto da un'evidente cinefilia che rimanda a I soliti ignoti, Le iene e Gomorra. Se il cast (che, per quanto riguarda i protagonisti, per i quattro quinti è composto da gente con precedenti penali) funziona a meraviglia e le ambientazioni sotterranee sono indovinate, il copione dell'opera seconda del documentarista Lombardi (suo il precedente Là-bas) fa registrare diverse lacune, a cominciare da una diffrazione temporale collocata a forza e da alcuni passaggi a dir poco ellittici.
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