Regia di Guido Lombardi (II) vedi scheda film
Take Five come la partitura jazz di Dave Brubeck, ma alla napoletana. Meno sghemba e “free”, più viscerale ma anche a rischio confusione. Un noir mescolato alla commedia e al mafia movie, con idee che basterebbero a una serie di 13 puntate, non sempre amalgamate al meglio. Cinque rapinatori: un idraulico, un pugile, un fotografo, un ricettatore, un vecchio arnese della mala in depressione. Insieme per l’audace colpo nel caveau di una banca, nel cuore della città. Ma la camorra ha occhi dappertutto (in questo caso la vedetta è l’ottimo caratterista Antonio Pennarella) e non ci sta a restare ai margini.
Partiamo dal gruppo di soliti ignoti, malfattori sui generis, all’inizio descritti come derelitti (chi infartuato, chi con il demone del gioco, chi naïf...) verso i quali è naturale una certa empatia, e poi pronti a sbranarsi quando il gioco si fa duro, con sbalzi esagerati del registro narrativo, un po’ incerto tra commedia nera o tragedia grottesca. Il tutto rappresentato con una magniloquenza a volte non giustificata da storia e contesto, come se fossero i ralenti il segno distintivo della modernità cinematografica (ma non è vero!). Dove Guido Lombardi coglie nel segno è invece nella scelta di caratteri e maschere: i personaggi, insomma. Superato lo schematismo iniziale si muovono nella partitura con improvvisazioni riuscite, merito anche di “solisti” talentuosi come Peppe Lanzetta, Salvatore Striano o Gaetano Di Vaio (anche produttore).
Abbonamenti disponibili su iTunes (semestrale 34,99€ - annuale 59,99€)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta