Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Non so dirvi in tutta sincerità se il racconto breve di Giovannino Guareschi da cui è stato tratto questo film abbia avuto successo o meno.
È certo però che ha interessato notevolmente la regista Lina Wertmüller.
I risultati,che è riuscita a conseguire con questa trasposizione cinematografica, non sono stati del tutto banali.
Non sono stati scadenti grazie soprattutto alla scena finale, girata in maniera magistrale visto che seduce ed inquieta.
Prima di arrivarci è bene toccare in maniera labile tutta la trama: una donna è costretta per motivi economici a traferirsi in città.
La ricerca della casa si rivelerà però affannosa perchè nessuno è disposto a cedere temporaneamente il proprio immobile ad una donna che ha tantissimi figli.
Ed allora per arginare il problema dirà di non averne nemmeno uno.
Una signora presterà fede alle sue parole offrendole l'opportunità di poter godere della sua seconda casa.
Da quel momento in poi farà credere ai bambini che, il non farsi scoprire dalla padrona di casa, è un gioco che assicura ai vincitori un premio importante.
Ed in questo mi ha ricordato molto '' la vita è bella'' perchè anche in quel film per assicurarsi il sostegno dei bambini veniva fatto credere loro che certe azioni dovevano compierle per risultare primi nel gioco.
Comunque alla fine l'imbroglio verrà scoperto ma non creerà danni perche la padrona di casa nel contempo si era affezionata ad i bambini,che le ricordavano tanto il suo unico figlio morto prematuramente.
Ed un giorno, mentre vaneggia per colpa delle allucinazioni, lo vede salire le scale del palazzo insieme ai figli della sua inquilina.
Rimarrà stupefatta da quella visione e nello stesso tempo rassicurata perchè le fornirà la prova tangibile del fatto che la sua creatura non l'ha mai abbandonata.
La macchina da presa si focalizza sugli sguardi che si incontrano per poi lasciarsi con la consapevolezza che nemmeno la morte è in grado di dividerli per sempre. Sono i minuti conclusivi della pellicola, quelli più intensi e profondi,sorretti da un brano che colpisce e rimane impresso(si intitola ''Morgen'' op. 27 n. 4 ed è stato composto da Richard Strauss).
Tutto il valore di questo lavoro cinematografico è racchiuso proprio in quei momenti.
Gli altri non annoiano ma non regalano nemmeno forti emozioni.
La denuncia, fatta contro quelle donne che sfornano tanti figli senza avere le risorse economiche per poterli mantenere, non risulta tanto incisiva. Nel complesso devo dire però che il film è ben fatto e merita perciò la sufficienza piena
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