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La marque des anges - Miserere

Regia di Sylvain White vedi scheda film

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La recensione su La marque des anges - Miserere

di OGM
8 stelle

Il passato ritorna. Anzi, continua, in certe “zone nere”. E in una maniera tutt’altro che silenziosa. Una maniera che nessuno si aspetta. Vestita di innocenza, e così subdola ed impensabile da non lasciare traccia. Un traffico di bambini nasconde un’incredibile realtà. Tanto fantasiosa quanto atroce, nella quale gli angeli sono schiavi dei demoni, in un patto che si intreccia con la più sublime ed impalpabile delle arti. Musica e religione ci portano fuori dal mondo dell’evidenza, per indicarci una mostruosità che odora di sacro, come qualcosa di graziosamente sovrumano. Questo thriller si muove, sulla terra, con i passi pesanti del polar e con i ritmi adrenalinici dell’action movie, ma riesce a toccare un’originalissima, e quasi celestiale, dimensione dell’incubo, storicamente radicata nel più creativo dei deliri politici del secolo scorso. La tensione si nutre, in egual misura, del seducente richiamo del mistero e della mortificante eco dell’impotenza di fronte all’invincibile predominio del male.  Lionel Kasdan (Gérard Depardieu) è un poliziotto stanco ed un uomo addolorato, ma è dotato di un fiuto straordinario. Frank Salek (Joey Starr) è un adulto che ancora vive nel terribile trauma che ha segnato la sua infanzia, di fronte al quale cerca evasione, oblio, ma anche vendetta. Una coppia di anime attanagliate dalla tormentosa idea di andare fino in fondo, che suona come un dovere morale imprescindibile, ma anche come il paradigma di tutte le frustrazioni umane. La loro indagine è un percorso oscillante tra queste due opposte consapevolezze, che il racconto affronta con risoluta continuità, senza che il dramma possa mai ritagliarsi parentesi tutte per sé, interrompendo l’evoluzione del giallo. La psicologia dell’investigatore è, per entrambi i protagonisti, una penosa memoria applicata agli enigmi del presente, nella cui soluzione essi cercano anche la propria personale rivincita su un destino ingrato. Questo è il presupposto di una complicità che scatta tra due sconosciuti, separati dal salto generazionale e da una diversa concezione del dolore: lo strascico di una sconfitta  che ti consuma dentro, e va ordinatamente soffocata nel silenzio,  oppure un’ossessione da sovrastare  con il fragoroso nonsense della ribellione. Una foto appesa al muro, oppure una manciata di pillole che cancella la ragione. La risposta della vecchiaia e quella della gioventù. La voglia di rimanere al proprio posto e la smania di fuggire. Eccessi di fermezza o di impulsività che amano anche scambiarsi i ruoli, per ricavare insieme la motivazione a muoversi nella giusta direzione. La marque des anges – Miserere  è un amaro giro di giostra intorno a un vorticoso abisso di oggi, che si fonde, imprevedibile, con le micidiali follie di ieri. 

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