Cecoslovacchia, 1969. Al centro di Praga, lo studente Jan Palach si dà fuoco in segno di protesta contro l'occupazione sovietica. Nella sua lettera d'addio, Palach si augura che il suo gesto sia da esempio per molti altri giovani ma, mentre divampano le agitazioni della comunità studentesca, il governo cerca di far passare come un incidente ciò che è accaduto al giovane. Per evitare che la memoria del gesto del figlio venga cancellata, la madre di Palach coinvolge la giovane avvocatessa Dagmar Buresova nella sua personale battaglia.
Il lungo docu-fiction, quattro ore di racconto fedele, curato con esattezza filologica, è alieno da tentazioni oleografiche e derive declamatorie.
E’ il primo documento a diffusione internazionale, dunque garantisce la massima visibilità e rende giustizia ad una persona e ad una vicenda su cui troppo si è travisato, ignorato, dimenticato.
" Siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.Non vogliamo essere subito già così sicuri.Non vogliamo essere subito già così senza sogni."
P.P.Pasolini, Postilla in versi - Il progresso come falso… leggi tutto
" Siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.Non vogliamo essere subito già così sicuri.Non vogliamo essere subito già così senza sogni."
P.P.Pasolini, Postilla in versi - Il progresso come falso…
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Commenti (2) vedi tutti
Produzione dal taglio troppo televisivo e melodrammatico.
commento di Utente rimosso (LuCciolo6nove)Il lungo docu-fiction, quattro ore di racconto fedele, curato con esattezza filologica, è alieno da tentazioni oleografiche e derive declamatorie. E’ il primo documento a diffusione internazionale, dunque garantisce la massima visibilità e rende giustizia ad una persona e ad una vicenda su cui troppo si è travisato, ignorato, dimenticato.
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