Regia di Alex van Warmerdam vedi scheda film
In una cittadina olandese degli anni '60, che sembra un villaggio western, brulicano personaggi inquietanti: dal postino che legge la corrispondenza di tutti all'autorità pubblica che gira armata con un fucile da caccia, fino al macellaio erotomane. L'insieme viene osservato attraverso lo sguardo del figlio adolescente di quest'ultimo, un adolescente che si identifica con Lumumba, figura di primo piano della rivolta indipendentista del Congo Belga.
L'inconfondibile registro cinico-grottesco di Alex Van Warmerdam (il regista del capolavoro Il vestito) viene messo a servizio di un'analisi spietata dei rapporti di vicinato. Con sequenze che stanno tra le coreografie da musical e gli elementi fiabeschi, il regista olandese ci consegna un ritratto corale spietato e straniato di una piccola comunità voyeurista, rappresentata da individui sordidi e infingardi. L'assemblaggio dei tanti personaggi però non riesce fino in fondo e nella seconda parte il film perde mordente, finendo con l'esaurire le risorse migliori e avvitandosi su se stesso.
Nel film recita anche Theo Van Gogh, il regista pronipote del pittore Vincent, finito assassinato da un fondamentalista musulmano proprio per colpa dei suoi film.
Anni dopo, M.Night Shyamalan avrebbe ripreso in The village il rapporto tra piccola comunità e bosco, rovesciando la prospettiva di relazione.
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