Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Commedia dal sapore amarognolo, che si condensa in un week end di presunto divertimento, per due minatori italiani in Olanda, incastonato tra due sequenze ambientate all’interno della miniera, la prima delle quali veramente drammatica. Emmer non insiste con la denuncia dei pericoli ai quali soggiacevano i minatori nelle viscere della terra; del resto, all’epoca, la tragedia di Marcinelle (1956) era ancora piuttosto fresca. E tuttavia il regista non si esime dall’accennare ad una situazione lavorativa inumana (e inumata), di cui poco si può rendere conto chi non l’ha provata. Ma Emmer sa anche descrivere con acutezza la psicologia dei personaggi, compresi quelli femminili. E nel descrivere dei costumi sessuali e comportamentali così diversi dai nostri (almeno per quei tempi), non manca d’inserire qualche momento di tenerezza, che accomuna le sofferenze di chi, come Vincenzo (Fresson), deve scendere sotto terra, e chi, come Else (Vlady) deve esporsi in vetrina come un quarto di manzo, per guadagnarsi da vivere. Eccellente il quartetto dei protagonisti e la fotografia di Otello Martelli.
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