Regia di Francesco Calabrese, Enrico Audenino vedi scheda film
Andrea, 15 anni, genitori divorziati, si ritrova con la casa libera in un giorno di giugno del 2009 e decide che «quest’oggi me la levo». Parla della verginità, ovviamente, ma fra lui e “la più bella della scuola” si frappongono ostacoli di ogni sorta: un fratellastro dolcemente alienato e convinto di essere figlio di Michael Jackson, un anziano in fuga dalla casa di riposo che s’installa al suo domicilio spacciandosi per nonno; un gruppo di amici deficienti abbastanza da rovinargli la fatidica prima volta.
Quando Andrea va in bianco sono passati solo 30 degli 84 stiracchiati minuti di Maicol Jecson, e la sua voce off ha già riempito allarmanti percentuali di quella durata, amplificando, come l’eco in una stanza vuota, la povertà di una sceneggiatura che sarebbe bastata per un cortometraggio. Quando entra in scena lo svaporato finto nonno di Remo Girone, imperturbabile e divertito anche in versione nudista, il film prende le forme di un on the road sciroccato e derivativo, che all’estetica di uno spot da telefonia mobile sovrappone ideali modelli d’oltre oceano: Little Miss Sunshine su tutti, ma lungo il viaggio l’improbabile trio si imbatte anche in un pazzoide avvistatore di UFO armato di fucile, figura prelevata di peso da un immaginario statunitense.
Sprecando i pochi momenti comici (tutti merito di Girone), gli autori perseguono con controproducente cocciutaggine uno stereotipo di commedia lontana dal Belpaese, ma il risultato è fasullo, posticcio e insincero in ogni suo minuto.
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