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Zoran, il mio nipote scemo

Regia di Matteo Oleotto vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Zoran, il mio nipote scemo

di axe
6 stelle

Paolo Bressan è un uomo residente in un paesino in provincia di Gorizia, a ridosso del confine con la Slovenia. Non si può dire che la sua vita sia stata un successo; all'apparente età di cinquant'anni, lavora con scarsa soddisfazione presso la mensa di una casa di riposo. Il tempo libero lo trascorre all'osteria, a bere o a gironzolare con un furgone sgangherato. Non perde occasione per irridere o maltrattare chi gli è vicino: la ex moglie ed il suo nuovo compagno; un collega che coltiva la passione del canto esibendosi in un coro di musica popolare, etc.; le sue prospettive vengono cambiate dalla possibilità di essere l'erede di un'anziana zia a lui sconosciuta e di nazionalità slovena. Rimane però deluso apprendendo che non gli spetta alcun bene materiale, ed anzi deve occuparsi del nipote della stessa, orfano dei genitori, e, all'apparenza sofferente di un leggero ritardo mentale, in attesa della collocazione in una casa-famiglia. Il giovane, Zoran, si rivela molto bravo con il gioco delle "freccette" e Paolo pensa di approfittare di tale abilità per arricchirsi. Le cose, però, non vanno come previsto. Il film, in bilico tra commedia e dramma, descrive la personalità di Paolo Bressan, ben interpretato da Giuseppe Battiston, il quale, sin dall'inizio del film, pur mostrando un atteggiamento assolutamente negativo, "sente" di dover cambiare vita e ne ha una prima occasione in conseguenza dell'affidamento del giovane Zoran, che in realtà è un ragazzo introverso, estremamente educato e colto - si esprime in lingua italiana con un lessico poco colloquiale, frutto di avido consumo dei libri. Ovviamente il protagonista valuta le capacità del nipote solo in relazione al ritorno economico che può averne, ma, nel coltivare il rapporto con esso, ha l'occasione di riallacciare o migliorare i rapporti chi gli è vicino, e fare un bilancio della propria vita, comprendendo gli errori fatti, ed arrivando ad un passo dalla "redenzione", che, però, non raggiunge, a cagione dell'immagine negativa che troppo a lungo ha dato di sè. In conclusione della vicenda, rimane solo Zoran a credere in lui, e concedergli quella possibilità di rinascita a lungo negata. Il film descrive con molta efficacia questo personaggio, ricostruendo con realismo l'ambiente nel quale agisce, una terra di confine teatro di costanti contaminazioni culturali, della quale il regista mostra di conoscere le tradizioni e gli usi. Bravo anche il giovane attore che interpreta Zoran, un personaggio che si rivela di buon cuore e notevole intelligenza, nonostante l'aspetto non troppo "sveglio". Discreto film di crescita personale, interessante nonostante l'estrema semplicità della vicenda.

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