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Zoran, il mio nipote scemo

Regia di Matteo Oleotto vedi scheda film

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La recensione su Zoran, il mio nipote scemo

di champagne1
7 stelle

Una piccola storia in un altrettanto piccolo paese al confine fra Italia e Slovenia.

Paolo è un quarantenne arrabbiato con la vita, e forse anche con se stesso, che sfoga tutta la sua amarezza in un comportamento cinico e sprezzante nei confronti degli altri, avendo al primo posto sempre e solo il proprio tornaconto.

Alla morte di una lontana zia che manteneva in casa un altro nipote adolescente senza genitori, gli viene chiesto di prendersi cura temporaneamente del ragazzo in attesa del suo inserimento in una Comunità.

Obtorto collo Paolo acconsente, ma senza manifestare né tantomeno provare alcuna empatia verso di lui; salvo poi accorgersi che dietro quella maschera di timidezza e ritrosia si nasconde una particolare abilità su cui poter speculare e forse arricchirsi...

L'esordiente Matteo Oleotto si presenta con un'opera dal titolo equivoco, quasi fosse una pellicola del genere demenziale,  ma che invece serve da pretesto per raccontare la sonnacchiosa vita di provincia, in una stagione indefinita dell'anno in cui le giornate sempre grigie hanno come unico diversivo il consumo del buon vino friulano (a ettolitri!) e qualche esperienza canora in coro.

 

Giuseppe Battiston, finalmente e pienamente protagonista, interpreta un personaggio dall'animo cattivo, che riesce a rendere credibile fino a farsi odiare dal pubblico che ci vede proiettato tutte le piccole/grandi debolezze dell'essere umano, in un esauriente campionario di tutti i vizi capitali (avarizia, ira, gola, accidia, invidia, ...).

 

La trama sembra viaggiare sulle manovre per incrementare e far fruttare al massimo la particolare abilità di Zoran da parte del novello zio, ma in realtà ciò non è altro che un pretesto per raccontare - come in altre pellicole del genere - l'evoluzione emotiva dei protagonisti e il loro approdo a un diverso livello di consapevolezza e conoscenza personale, dopo aver consentito il risveglio di quei sentimenti da troppo tempo in letargo.

 

Ne viene fuori un'opera deliziosa che si guarda, come capita con le buone letture, tutta d'un fiato.

 

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