Il quarantenne Paolo (Giuseppe Battiston) è un ex giocatore di rugby che vive a Gorizia: lavora come cuoco nella mensa di un ospizio per anziani, trascorre le giornate all'osteria di Gustino e perseguita in maniera infantile l'ex moglie. Le sue abitudini vengono rotte quando nella sua vita si presenta Zoran, uno strano nipote sedicenne che non sapeva di avere. Essendo l'unica persona che può prendersi cura di Zoran, Paolo dovrà ospitarlo in casa sua per sei giorni, il tempo necessario affinché i servizi sociali gli trovino una sistemazione in una casa famiglia. Scoprendo che Zoran è un fenomeno a lanciare freccette, Paolo decide di sfruttare la dote del nipote per prendersi una rivincita agli occhi del mondo.
Note
L’esordiente Matteo Oleotto non sbaglia un colpo, sebbene rischiasse tanto. Il meschino protagonista (un sublime Battiston sprezzante del mondo e delle sue consuetudini) cresce con etilica lentezza, il cinismo distillato in scorci di crudeltà autentica che le risate (fragorose e colpevoli) non annacquano. Il giovane Zoran detto Zagor (dallo zio) deve imparare a non colpire con la freccia sempre il centro, il vecchio Paolo deve trovare un centro di gravità semipermanente: la felicità non è roba definitiva, pare ricordarci ogni inquadratura sulla strada, ma il panorama - boschivo e umano - su cui il regista posa lo sguardo è testimone di una profonda, commovente comprensione.
Film molto bello. Storia e ambientazione (collio goriziano) diversi dal solito. Batiston attore eccezionale. Film divertente e drammatico con un bel finale. Da vedere.
Alcolizzato, stronzo dentro e fuori, allo sbando, Paolo Bressan si trova piovere come eredità della morte di una zia lontana un ragazzo autistico; il contrasto tra i due porterà a un misto di riso amaro e commozione. Immenso Battiston.
film low budget se ce n'è uno (non potevano permettersi neppure una falsa inquadratura dell'aeroporto di Glasgow...). Si salva grazie alla spiccata umanità dei personaggi.
Il film si regge sulla performance quasi perfetta di un Battiston in stato di grazia, che riesce a essere cinico e cattivo all'inverosimile, pur restando il film nei toni di una commedia dal sapore amaro che diverte e incanta.
Buon esordio di Oleotto. Lo aspettiamo alla prossima!
un film bellissimo, fresco, nuovo e mai scontato. Tanti "grandi registi" italiani dovrebbero imparare da Matteo Oleotto che cosa significhi fare una Commedia con la C maiuscola. Speriamo presto nel prossimo. Bravi tutti.
Primizie TriVenete (esordi del Nord-Est) : Antonio Padovan (1986) - "Finché c'è Prosecco c'è Speranza" (2017) -- Matteo Oleotto (1977) - "Zoran, il Mio Nipote Scemo" (2013) -- Marco Segato (1973) - "la Pelle dell'Orso" (2016). Fuoriusciti e frontalieri di pianura, collina e montagna, ovvero: confini e consimili (Gorizia: un po' Friuli, un po' Venezia Giulia, un po'… leggi tutto
Afflitto da un (sotto)titolo che suona come una delle infelici trasposizioni da lingua straniera in italiano mentre si tratta proprio dell'originale, "Zoran, il mio nipote scemo" si inserisce invece tra le pellicole con cui recentemente alcuni meritevoli registi italiani hanno voluto decentrarsi geograficamente dai luoghi classicamente battuti dal cinema nazionale per spostarsi in territori… leggi tutto
Provincia etilica... Opera a due facce il primo lungometraggio di Matteo Oleotto. Da un lato si puo' apprezzare la freschezza del linguaggio, l'originalita', il coraggio di osare temi desueti, l'altro lato mostra il "fiato corto" della storia e la ristrettezza di vedute su un angolo di Italia (e Slovenia...) che (dal vivo) brilla del verde dei prati e non ha certamente tutti gli abitanti… leggi tutto
Esordio fulminante per Matteo Oleotto (autore del soggetto oltre che regista e sceneggiatore) che si avvale dell'eccellente Battiston e di una riuscitissima colonna sonora per confezionare un pellicola divertente e allo stesso tempo commovente. Zoran è un ragazzino dai tratti autistici che d'improvviso si trova senza la nonna e come unico parente un alcolizzato disilluso e cinico che…
Primizie TriVenete (esordi del Nord-Est) : Antonio Padovan (1986) - "Finché c'è Prosecco c'è Speranza" (2017) -- Matteo Oleotto (1977) - "Zoran, il Mio Nipote Scemo" (2013) -- Marco Segato (1973) - "la Pelle dell'Orso" (2016). Fuoriusciti e frontalieri di pianura, collina e montagna, ovvero: confini e consimili (Gorizia: un po' Friuli, un po' Venezia Giulia, un po'…
Paolo Bressan,ex giocatore di rugby, trascorre le sue giornate da Gustino,gestore di un'osteria in un piccolo paese della provincia friulana.E' un quarantenne borioso,cinico e sgraziato,con i capelli sempre unti e in disordine ,col vizio del vino, ma anche della bugia,che lavora svogliatamente in una mensa per anziani e prova…
Paolo Bressan è un uomo residente in un paesino in provincia di Gorizia, a ridosso del confine con la Slovenia. Non si può dire che la sua vita sia stata un successo; all'apparente età di cinquant'anni, lavora con scarsa soddisfazione presso la mensa di una casa di riposo. Il tempo libero lo trascorre all'osteria, a bere o a gironzolare con un furgone sgangherato. Non perde…
Non è perfetto questo film, ma ha i suoi meriti, ed è stato girato in una zona d'Italia certo non al primo posto per essere scelta come set cinematografico. Doberdò del Lago (GO), tra l'altro, è conosciuto quasi solo dai giuliani e dai bisiacchi che vivono nelle zone limitrofe (tra cui anch'io). A ridosso del confine sloveno, è una realtà rurale…
Un cultore di Bacco, cinico di professione, accetta di occuparsi del nipote quando scopre di poter contabilizzare il suo talento per le freccette. Naturalmente sotto la dura scorza sonnecchia un pezzo di pane. In uno scenario provinciale deprimente (siamo in Friuli al confine con la Slovenia) il film procede lento, prevedibile e poco divertente. Salva in parte l'operazione l'interpretazione di…
In un paese friulano ai confini con la Slovenia vive una comunità che ha nel consumo di vino il maggior punto di aggregazione. Molti ne abusano e tra questi c’è Paolo Bressan, uomo solo e cinico, che tira avanti tra bugie ed espedienti. La sua vita cambia quando in occasione della morte di una zia alla lontana slovena riceve in “eredità” l’affido di…
Una piccola storia in un altrettanto piccolo paese al confine fra Italia e Slovenia.
Paolo è un quarantenne arrabbiato con la vita, e forse anche con se stesso, che sfoga tutta la sua amarezza in un comportamento cinico e sprezzante nei confronti degli altri, avendo al primo posto sempre e solo il proprio tornaconto.
Alla morte di una lontana zia che manteneva in casa un altro nipote…
Si sente e si legge spesso che il cinema italiano è in una situazione di declino, forse inarrestabile. Per mancanza di risorse economiche? Di idee? Eccessiva burocrazia? Per tutto questo. Non bisogna…
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Commenti (9) vedi tutti
Film molto bello. Storia e ambientazione (collio goriziano) diversi dal solito. Batiston attore eccezionale. Film divertente e drammatico con un bel finale. Da vedere.
commento di DelfinoDelfinoAlcolizzato, stronzo dentro e fuori, allo sbando, Paolo Bressan si trova piovere come eredità della morte di una zia lontana un ragazzo autistico; il contrasto tra i due porterà a un misto di riso amaro e commozione. Immenso Battiston.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloAmabile m'altamente tanninica fiaba realistica e proletaria.
leggi la recensione completa di mckBell'esordio di Matteo Oleotto,grande prova di Battiston.
leggi la recensione completa di Furetto60Tra un bicchiere di Terrano e l'altro, le giornate scivolano via. Ma in questa vita grama qualcosa, tuttavia, forse si muove.
leggi la recensione completa di Balivernafilm low budget se ce n'è uno (non potevano permettersi neppure una falsa inquadratura dell'aeroporto di Glasgow...). Si salva grazie alla spiccata umanità dei personaggi.
commento di andenkoIl film si regge sulla performance quasi perfetta di un Battiston in stato di grazia, che riesce a essere cinico e cattivo all'inverosimile, pur restando il film nei toni di una commedia dal sapore amaro che diverte e incanta. Buon esordio di Oleotto. Lo aspettiamo alla prossima!
commento di slim spaccabeccoDa capire.
leggi la recensione completa di chribio1un film bellissimo, fresco, nuovo e mai scontato. Tanti "grandi registi" italiani dovrebbero imparare da Matteo Oleotto che cosa significhi fare una Commedia con la C maiuscola. Speriamo presto nel prossimo. Bravi tutti.
commento di ottavianosa