Regia di Ciro De Caro vedi scheda film
Commediola italo-romanocentrica. Alcuni temi interessanti sul fuoco. Ma che vengono fuori in modo del tutto insufficiente. Uno script che disegna personaggi - tutti stupidamente in guerra fra loro - e situazioni improbabili. Che inficiano l’immedesimazione dello spettatore. Dialoghi forzati. Lontani dalla realtà. Due amici d’infanzia (interpretati da Valerio Di Benedetto e Cristian Di Sante, entrambi dal curriculum giovanissimo) dialogano solo punzecchiandosi e ricoprendosi di parolacce. Una fidanza (personificata da Sara Tosti, vista nel bel Giulia non esce la sera del 2008) cui a circa venticinque anni già scatta la smania isterica di fare un figlio. Manco si fosse nel pieno del boom economico del dopoguerra. E che va fuori di testa perché il suo compagno non l’ascolta. Beh, comprensibile. Lui deve giocare col trenino. E pretende anche di fare l’attore. Ma è incapace di raccontare con un minimo di vivacità perfino un aneddoto. Un giovane spacciatore, in affari con una specie di mafia cinese. Elemento che poteva conferire una certa verve alla vicenda. Poi ti accorgi che i cattivi ‘veri’ non ci sono. E che un torto gravissimo, che in altri film sarebbe costato lo scuoiamento a vivo, è pareggiato con un semplice mazzetto di banconote. Per qualche verso la regia di Ciro De Caro (al suo primo lungometraggio) propone scelte interessanti. Vedi il montaggio spezzettato. Come una frase con molti punti. Utile ad alleggerire l’azione. Il finale tira un po’ su il livello complessivo. Ma è tutto prevedibile.
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