Regia di Fabio Mollo vedi scheda film
Androgina e schiva, una ragazzina di un paese del sud non sa darsi pace per la morte del fratello Pietro, di cui sa poco o niente e di cui il padre non vuole parlare. La solitaria adolescente sogna così di incontrarlo sott'acqua, mentre conosce un ragazzo con cui sembra condividere lo stesso malessere inesprimibile.
Tosto, l'esordio registico in lungometraggio di Fabio Mollo, che decide di ambientare nella sua Reggio Calabria una storia di inquietudini adolescenziali, silenzi in famiglia e malesseri inespressi di un contesto tipicamente di provincia meridionale. Il sud è niente può sembrare perfino esagerato come titolo, alla luce della trama in sè, ma più dei semplici fatti messi in scena nel copione che il regista firma insieme a Josella Porto (soggetto degli stessi due più Andrea Paolo Massara), qui sembrano contare le atmosfere cupe e claustrofobiche, l'ambiente soffocante e avverso, ostile nei confronti di una ragazzina tanto apparentemente semplice (rifiuta espressamente la sua identità femminile, ricercando la mascolinità del fratello scomparso) eppure problematica nel profondo. Non a caso Pietro ricompare sott'acqua, non appena la protagonista si isola dal mondo esterno. Un altro debutto è quello dell'italo-svedese Miriam Karlkvist, efficace in un ruolo intenso, ad alto coefficiente di difficoltà; nel cast, fra gli altri, anche Valentina Lodovini, Vinicio Marchioni, Alessandra Costanzo e Andrea Bellisario. Finale probabilmente un po' avventato: irrisolti i personaggi, irrisolti gli intrecci, irrisolte le ansie personali, risoltissima la chiusura della storia. 4,5/10.
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