Regia di Fabio Mollo vedi scheda film
Il Sud è niente….. nel senso che non offre più nulla che giustifichi la permanenza, neanche se ci si è nati e se vi si custodiscono da sempre le proprie umili ma valorose radici di lavoratori mai domi a fatiche e sforzi fisici.
Grazia è una ragazza che sta per terminare gli studi dell’obbligo, e per questo impegnata a superare, invero controvoglia, l’esame di maturità.
Da tempo la giovane ha deciso di celare il più possibile ogni tratto di femminilità che la caratterizza, ostentando un atteggiamento scontroso e mascolino nei confronti del mondo che la circonda.
La ragazza vive col padre, vedovo, che gestisce una pescheria specializzata in rivendita di stoccafisso, e non lontano dall’abitazione della affettuosa nonna paterna.
Un tempo in quel nucleo familiare c’era pure un fratello maggiore, emigrato altrove da anni, e che da tempo i familiari danno per morto.
Il giorno in cui Grazia intravede in ragazzo da lontano che parrebbe somigliare al fratello, ecco che nell’animo della ragazza esplode un sentimento di rivolta e di insofferenza incontrollata che la spinge a rafforzare ancora di più la scorza protettiva nei confronti dell’ambiente circostante, spesso ostile.
L’incontro-scontro con un ragazzo coetaneo, figlio di un giostraio pure lui impegnato negli esami, aprirà una via di comunicazione nuova e salutare e tutta contrasti fisico-caratteriali che permetterà alla giivane di riaffacciarsi a cominicare col mondo esterno.
Un rapporto a due contrassegnato anche da attrazione fisica reciproca, piu' celata, quasi negata per quanto risulta combattuta da sentimenti contrastanti se non contraddittori di attrazione-repulsione.
Il sud non offre più niente e l’unica è fuggire al nord dai parenti torinesi: questa la decisione del padre, solo, osteggiato dai vicini, taglieggiato, ricattato e reso impotente per mancanza di forniture di merce.
Il Sud è niente è una notevole opera prima con cui Fabio Mollo, recentemente riconfermatosi col riuscito ed emozionante Il padre d’Italia, esordisce nel lungometraggio: e lo fa con un noir pessimista dalle interessanti atmosfere che sonda nei misteri di una società chiusa in se stessa, in quelli familiari di un ceppo osteggiato e messo al bando, e infine, meglio di ogni altra cosa, in quelli di una ragazza che sceglie di dire di no e di ribellarsi.
No alla scuola, no alle istituzioni, no alla gente infida che la circonda, giudicandola e mettendola al bando come una diversa.
Ambientato nello stretto di Messina, presso un borgo cittadino siculo che vive con lo sguardo smarrito, incerto o sognante verso il continente, Il Sud è niente si sviluppa come un intenso noir della coscienza, che lacera e crea disagi emotivi stranianti a chi non sopporta di vivere nella menzogna e nel rimpianto di tempi felici ormai perduti per sempre.
Splendida, davvero notevole, l’interpretazione della esordiente Miriam Karlkvist, volto duro e mascolino che pare impossibile possa celare un sottofondo femminile di fatto solo nascosto; bravissimo pure Vinicio Marchioni, padre funestato dalle sventure e dalla malasorte come un personaggio verghiano legato al mare e alle sue incognite fatali. La Lodovini, pur splendida, è solo di passaggio.
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