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Il sud è niente

Regia di Fabio Mollo vedi scheda film

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La recensione su Il sud è niente

di Mulligan71
6 stelle

Opera prima, che ha la forza e l'intensità degli esordi indipendenti, sudati, che sanno in partenza di non poter competere con opere più importanti e, soprattutto, più gradite alla massa pecorona del pubblico. Fabio Mollo la realizza con l'aiuto di due produttori francesi e del laboratorio di Cinema del Torino Film Festival e, tutto considerato, è da promuovere. Protagonista, come s'intuisce, è il sud, nella fattispecie la città di Reggio Calabria, una bella novità, che fa da sfondo e da motore umano a una vicenda piccola, esistenziale, di un padre e una figlia, i cui rapporti sono incendiari, seppure chiusi nei silenzi, a causa della morte di Pietro, fratello mai conosciuto di lei e figlio rimpianto di lui. Questa morte manda alla deriva tutta la famiglia, la costringerà a scelte decisive, oltre a trasfigurare il dolore nel volto intenso, cattivo, interessantissimo, della brava Miriam Karlkvist, al suo esordio, e di Vinicio Marchioni, il padre, che lavora in sottrazione, forse troppa. Mollo non rischia molto, bisogna dirlo, gioca un po' sui cliché del genere, ci sono le processioni mariane, c'è il mercato del pesce e c'è la malavita locale, evidentemente. Tutto un po' già visto, ma quella rabbia che la Karlkvist scorazza per la città, per i luna park, per le lunghe periferie arrugginite, fino a un barlume d'amore, immancabile, basta e avanza per tenere in piedi il film. Ci vedo il miglior Mimmo Calopresti, ci vedo i nuovi registi italiani che non si siedono sulle commediole idioti e adolescenziali, i Segre o i Di Costanzo, per esempio, e se il tempo sarà galantuomo, Fabio Mollo potrebbe fare qualcosa di buono. Magari emigrando, visto che in Italia, il bel Cinema è agonizzante e per nulla innovativo o coraggioso. Da vedere, non fosse altro per l'elettricità della protagonista, che ben si lega con il mare e il vento di quei luoghi.

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