Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Dal romanzo di Cassola: un ex partigiano brusco, taciturno e ligio agli ordini del partito (salvo pentirsene alla fine) rimane coinvolto nei torbidi del dopoguerra; accusato di omicidio, fugge all’estero ma poi viene catturato. La sua fidanzata, che potrebbe rifarsi una vita con un bravo giovane, decide di aspettarlo fino al termine della condanna a 14 anni. Comencini torna a muoversi nei dintorni della Resistenza: in Tutti a casa (1960) aveva preso in esame il “prima”, ora tocca al “dopo”, il difficile reinserimento dei reduci in una realtà ancora segnata dalla violenza e comunque molto diversa da quella per la quale avevano combattuto. Il regista ha il merito di evitare proclami, però il film avanza con lentezza (specialmente nella seconda parte) e non appassiona. Poco credibile Chakiris nel ruolo di un comunista toscano.
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