Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Solo tre anni prima il romanzo di Carlo Cassola "La ragazza di Bube" si era imposto al premio Strega, e Luigi Comencini, nel 1963, ne girò la versione per lo schermo: una coppia di star di livello internazionale(Chakiris era ancora reduce da "West Side Story" e la Cardinale era in ascesa piena), un dramma sentimentale con sfondo politico-storico e la ricostruzione di un dopoguerra pieno di buoni intenti e troppe amarezze. Diversi spettatori,soprattutto a sinistra, lo apprezzarono fino ad un certo punto e nulla più perchè il dramma dell'esperienza post-fascismo che contrapponeva le aspettative di chi non aveva mai accettato il regime, la non pacificazione di chi aveva scelto di combattere attivamente (i partigiani insomma) l'alleanza nazifascista, e tanti aspetti seri della reazione di un'Italia che in ogni modo metabolizzò anche a forza contrasti e rancori non sembrava reso con la dovuta profondità,per privilegiare l'aspetto sentimentale: in realtà Comencini coglie l'occasione per uno splendido ritratto di donna, che trova in una Cardinale intensa e partecipe un'interprete notevole, e la storia d'amore a tre è resa con delicatezza e ruvidità ad un tempo. Inoltre, la pellicola rende assai bene l'idea di un'Italia in ricostruzione, "a lato",proveniente da una dura realtà rurale ed a fatica integratasi nella vita di città.In quanto alle accuse di chi subì processi e anni di carcere per aver cercato vendetta dopo anni di soprusi e feroci prepotenze, viene da considerare che sono le conseguenze riscontrabili in ogni Paese ed era nelle fasi post-regime,vedere i violenti regolamenti di conti anche recenti in Afghanistan per farsene un'idea.
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