Regia di George Cukor vedi scheda film
Una ragazza di provincia, ritrovatasi disoccupata dopo due anni passati a New York, decide di investire i suoi risparmi nell’affitto di un cartellone pubblicitario vicino a Central Park, nel quale fa scrivere il suo nome. Un industriale del sapone, per ottenere quello spazio (tradizionalmente usato per i suoi prodotti), le offre in cambio altri sei cartelloni discolati in vari punti della città, che lei destina allo stesso uso. Un conduttore televisivo vuole vederci chiaro e la fa involontariamente diventare un personaggio pubblico. Intanto un documentarista, che le vuole sinceramente bene, spera che le passi la voglia di notorietà a tutti i costi. Deliziosa commedia, che dietro l’apparenza leggera fa riflessioni tristemente profetiche sul potere manipolatorio della pubblicità e sul miraggio del successo coltivato da persone con poche qualità ma molta determinazione. C’è anche una sommessa sottotrama sentimentale, che poi finisce per prevalere (la visione del filmino amatoriale è il momento più toccante). È il primo film di Lemmon, ma quasi non lo si nota accanto all’allegra vitalità di Judy Holliday: lei non è affatto una povera ingenua, al contrario sa bene ciò che vuole, ma il suo narcisismo è così disarmante da renderla simpatica.
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