Regia di Stephan Lacant vedi scheda film
Marc e kay sono due colleghi poliziotti che durante un duro addestramento condividono, oltre che la stessa stanza in caserma, anche una reciproca attrazione che li porta ben presto ad intraprendere una clandestina relazione sentimentale e sessuale. Marc tuttavia è sposato ed in attesa del suo primo figlio e la scoperta della sua segreta e incoffessabile passione per il collega rischia di sconvolgere tanto la sua vita professionale in un ambiente fortemente omofobico quanto il precario equilibrio di quella privata.
Turgido dramma sentimentale che da un lato rinverdisce i fasti di tematiche sociali legate alle pulsioni omoerotiche che nascono in ambienti isolati e ad alto contenuto di testosterone ('Brokeback Mountain' - Ang lee - 2005) e dall'altro li affronta con l'usuale e controllata sensibilità psicologica del melodramma teutonico, laddove l'attenzione per lo spaccato sociale e familiare sembra prevalere sull'impianto drammaturgico legato al destino dei singoli personaggi. Costruito sapientemente sulla progressiva presa di coscienza di una recondita inclinazione sessuale, il film di Lacant tesse la trama di un inevitabile avvicinamento emotivo laddove le pulsioni violente fungono da schermaglia per un approccio sessuale che si trasforma ben presto in una travolgente relazione sentimentale che rischia di destabilizzare tanto un ambiente lavorativo fortemente improntato all'omofobia quanto una relazione familiare in cui la donna, moglie e madre si trova spiazzata di fronte ad un avversario che non sembra attrezzata per combattere.
Apprezzabile sul piano del realismo sociale e della credibilità psicologica dalle buone caretterizzazioni, questa variazione sul tema della passione omoerotica gioca le sue carte sulle inevitabili dicotomie tra famiglia tradizionale e relazione extraconiugale inusuale da un lato e dall'altro tra l'ipocrita maschilismo cameratista e l'occasionale vicinanza emotiva tra persone dello stesso sesso, quali motori dialettici di un melodramma familiare destinato tanto alla normalizzazione sociale (l'amante fugge, la moglie ritorna) quanto all'inevitabile autocoscienza nella scena finale che si chiude circolarmente nel rinnovato vigore fisico e psicologico di un protagonista alle prese con uno sfiancante training autogeno. Due nomionation (regia e produzione) al Festival Internazionale di Berlino 2013. 'Ma come fanno i marinai a baciarsi tra di loro e rimanere veri uomini pero...'
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