Regia di Felix Van Groeningen vedi scheda film
Costruito attraverso l'accumulo di una serie di ellissi che fanno avanti e indietro tra l'esordio passionale di una relazione d'amore e lo sconsolato epilogo di una sfortunata vicenda esistenziale, il film del belga Felix Van Groeningen riproduce off-contest l'esperienza minimalista del dramma sentimentale alla Derek Cianfrance.
Incontrata per caso nel negozio di Tattoo dove lavora, Didier si innamora ricambiato della navigata e gaudente Elise con la quale stabilisce subito una forte intesa sessuale. Coinvolta pure lei nella passione per il bluegrass e nella country-band con cui si esibisce, finirà per sposare la donna ed avere con lei una bella bambina. Il futuro ha però in serbo per loro il triste finale di una struggente ballata che non avrebbero mai voluto portare sul palco.
Costruito attraverso l'accumulo di una serie di ellissi che fanno avanti e indietro tra l'esordio passionale di una relazione d'amore e lo sconsolato epilogo di una sfortunata vicenda esistenziale, il film del belga Felix Van Groeningen ha il sapore dolce e amaro insieme della musica country, motivo conduttore e colonna sonora di una tranche de vie che sogna l'America e trasloca in una fattoria delle Fiandre, riproducendo off-contest l'esperienza minimalista del dramma sentimentale alla Derek Cianfrance (Blue Valentine - The Place Beyond the Pines) e tentando un insolito esperimento cinematografico che spiazza e incanta allo stesso tempo. Se la seconda parte del titolo italiano (Una storia d'amore) per una volta sembra azzeccarci con l'assunto narrativo di un percorso di vita a due neanche troppo originale, quello che più sembra convincere del film belga è proprio la passione musicale che anima e unisce i due protagonisti, anime solitarie e disadattate cui le sonorità (unplagged) d'oltreoceano sono la naturale colonna sonora di una ispirazione di vita che coniuga perfettamente libertà e impegno, ribellione e sentimento, individualismo e coralità. Una ballata western in terra fiamminga insomma, che riproduce il classico immaginario yankee legato alla terra (una fattoria con gli animali), al corpo (i tatuaggi) e all'anima (il bluegrass) quali valori fondanti di una unità familiare così fortemente agognata ma sempre minacciata dalle subdole prove di una fortuna avversa, materia allo stesso tempo buona tanto per la solarità di pezzi acustici di vibrante intensità quanto dalle tristi melodie del distacco e della perdita. Pure nella sua bizzarra ispirazione e nel costante rischio del ridicolo che corre un'operazione del genere, il vero limite del film sembra invece molto più banale e legato com'è ad un eccesso di toni melodrammatici che passano da retrivi simbolismi di passaggi psicologici non troppo riusciti (i tatuaggi come iconografia del vissuto, i corvi che si schiantano sul tetto come triste presagio di lutto, l'uccelletto che s'affaccia alla finestra come segno divino di un afflato mistico) e dal tono ricattatorio delle sequenze più struggenti che sembrano ricondurre il tutto alle melensaggini di una love story per casalinghe senza pretese pronte a versare fiumi di lacrime per un finale tragico che magicamente raddoppia appena prima dei titoli di coda.
Attori sotto il limite di guardia, riscattati però dalle ottime performance canore ed alle prese con una bellissima colonna sonora costituita da composizioni originali e pezzi classici riarrangiati dal musicista svedese Björn Eriksson ed interpretate proprio dai due protagonisti principali insieme alla The Broken Circle Breakdown Bluegrass Band che dà il titolo al film. Nomination agli Oscar come Miglior film straniero per il Belgio, oltre che generosi premi ai Cesar, Tribeca e Berlino. Troppa grazia Sant'Antonio, ma il sospetto che il risultato migliore sia stato lanciare la Country Band in Tour per L'Europa ed il successo editoriale della Tracklist (colonna sonora più venduta di tutti i tempi in Belgio) rimane forte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta