Regia di Felix Van Groeningen vedi scheda film
Il film che ha dato filo da torcere a La grande bellezza nella corsa agli Oscar 2014 viene dal Belgio e racconta la storia d'amore tra un musicista innamorato del bluegrass (Heldenbergh), la formula più radicale del country-folk americano, e una tatuatrice (interpretata da Veerle Baetens: che grinta, ragazzi!). L'innamoramento, la nascita della figlia, la malattia di quest'ultima a pochi anni di vita e la conseguente crisi di coppia sono le tappe attraverso le quali procede il racconto in un incessante gioco di flashback e flashforward, ma con un incastro narrativo mai cervellotico, nel quale amore e disamore (quasi inevitabile stare dalla parte di lui) si sovrappongono in un flusso senza strappi.
Viene il sospetto che il regista belga, nonostante la realtà che fotografa sembra distante anni luce dai cliché che ritraggono l'Europa, abbia giocato d'astuzia sui temi amore/malattia/morte, inevitabili catalizzatori di pathos (siamo dalle parti del coevo La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli). Ma se il dubbio permane fino all'ultimo minuto del film, al regista non si può negare l'enorme talento nella raffigurazione delle scene canore, con diverse sequenze da ovazione, né l'indubbia capacità di direzione degli attori, con due protagonisti a dir poco superbi o anche il coraggio nell'affrontare un discorso radicalmente laico sull'uso delle staminali e contro lo strapotere ottuso della religione.
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