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Alabama Monroe - Una storia d'amore

Regia di Felix Van Groeningen vedi scheda film

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La recensione su Alabama Monroe - Una storia d'amore

di ROTOTOM
8 stelle

 

Finché morte non vi separi
Formula agghiacciante, vista a posteriori, quella che si insinua come un cancro nella celebrazione del giorno più bello. Quella che fa guardare indietro, cancellando il futuro.

La discesa nell’inferno di Didier, musicista di una band di bluegrass, ed Elise dal corpo flessuoso  tatuato di ricordi, si palesa con la malattia e la morte del frutto di quell’amore, la figlia Maybelle colpita proprio da quel cancro, come una profezia.  Le storie di Didier e Elise sono due parabole che si intersecano per poi allontanarsi e ancora una volta ricongiungersi, di nuovo con la morte.  
 E’ una gemma di rara bellezza questo film, struggente ed emozionante quanto trascinante nel suo ritmo musicale.  E' un melanconico  
cantore del genuino e umano dolore della perdita, dei sogni infranti, della crudele ingiustizia che fonda nel Mistero le sue ragioni e scatena nella Razionalità la sua rabbia. 

 Il regista Felix Van Groeningen, già autore del folle De helaasheid der dingen (2009), narra gli attimi, i momenti colti al volo con ispirazione quasi impressionista. Un sorriso, uno sguardo, un momento che si fa eterno o inferno. Le inquadrature sono cariche di un senso che va oltre la narrazione, il dolore viene mostrato nella decadenza fisica della bambina ma senza esasperarlo con l’ enfasi. L’amore non si fa mai melò, la tristezza è sempre alternata a momenti leggeri delegati ai compagni del gruppo musicale di Didier.
L’ innervatura di retorica è invece propria dei personaggi, di Didier soprattutto ma mai del film così che questo melanconico dramma d’amore, morte e musica non diventi mai ricattatorio per lo spettatore.

 

Alabama Monroe - Una storia d'amore (2013): Trailer ufficiale italiano 2



The broken circle breakdown (Alabama Monroe - Una storia d'amore nell’edizione italiana) è destrutturato temporalmente in un montaggio alternato tra il presente, la malattia della bambina fotografata in una clinica luce biancastra, da laboratorio, espressione dell’impotente disperazione  dei due genitori; il passato , ammantato invece di una calda luce tendente all’ocra, sensuale, durante il quale Didier e Elise si innamorano; il futuro, notturno, sciolto come un veleno nell’elaborazione di un lutto  che non ha antidoti.

A legare il tutto la musica. Il bluegrass di cui Didier è   suonatore di banjo. La musica non è solo corredo ma elemento narrativo che impone il proprio mood al film. Musica impastata di sonorità diverse, le tradizioni scozzesi e irlandesi sono intinte nel gospel e influenzate dagli echi del blues nero. Ispirazioni lontane tra loro quanto può essere lontana l’ America di Bill Monroe inventore del genere, dal Belgio, luogo in cui si svolge la vicenda.

Gli interpreti ,musicisti nella realtà, sono una forza della natura:  Johan Heldenberg (Didier) è autore e protagonista della rappresentazione teatrale da cui il film trae origine ma la polpa del film è  Veerle Baetens (Elise),  così fortemente caratterizzata dai tatuaggi che porta su tutto il corpo. Emana una forte carica sensuale e carnale unita ad una potente spiritualità . E’ un personaggio meraviglioso.
 Il bluegrass con la sua vitalità  accarezzata da un retrogusto melanconico è la sonorità perfetta per raccontare la storia di Maybelle, Didier e Elise. Così come i testi delle canzoni di bluegrass hanno come soggetto temi religiosi, la casa e la famiglia e loro perdita. Testi e temi a volte di profonda tristezza ma sorretti da risonanze contrastanti, a volte allegre altre volte più introspettive.  
E’ proprio l’accostamento dei diversi momenti temporali del film, così potentemente connotati e ispirati alla struttura contrastata delle canzoni blugrass,  a far scaturire un’emozione genuina, eliminando quanto più possibile  l’enfasi da una visione già di per sé fortemente drammatica.

 

Johan Heldenbergh, Veerle Baetens

Alabama Monroe - Una storia d'amore (2013): Johan Heldenbergh, Veerle Baetens



Il fulcro del film si concretizza nel conflitto tra la razionalità sprezzante di Didier e la forte componente religiosa di Elise benché intinta da un’ingenuità fanciulla. Ognuno prende il sopravvento sull’altro nello sprofondare nel dolore della perdita  e l’alternanza emotiva che ne scaturisce richiama la tradizionale cadenza della musica bluegrass nella quale i musicisti a turno diventano solisti nell’ambito della stessa canzone per esprimere emozioni diverse, contrastanti, a volte stridenti ma che devono trovare nell’armonia dell’acustica (il bluegrass è solo acustico) l’equilibrio più giusto.

 

The broken circle breakdown è un film sullo scontro di queste due filosofie di vita, spirituale-religiosa e razionale. Ognuna delle quali porta in dote dosi di saggezza e artifici necessari a sostenerne le parti, ognuna delle quali deve perdere un po’ di se stessa per potersi riavvicinare all’altra. Il circolo interrotto della vita deve essere ricomposto dall’amore, dal cambiamento, dalla rinascita di un nuovo sentimento da erigere sulla disfatta. La pietà per esempio o a la rinuncia dei propri ideali in favore dell’altro. 
Ma è anche un film sui sogni infranti, sulla chimera di giustizia sociale di quell’America mitizzata e successivamente distrutta e sbugiardata dal faccione ottuso di George W. Bush. Oppure dal destino, chi lo sa, che bizzarro si è accanito come un Dio capriccioso e ostile sul frutto di quell’amore che chiudeva il cerchio della vita di Didier e Elise, rimasti a contemplare l’abisso lasciato dalla perdita,  alla ricerca di un equilibrio impossibile. 
Forse il punto di contatto tra le due parti del cerchio rimaste sfilacciate a pendere nell’oblio, è proprio l’essere umano capace di essere razionale e avere nel mistero dell’esistenza la certezza del divino. L’ultimo gesto di Didier ognuno può interpretarlo come meglio crede, ma concentra in sé entrambe le visioni della vita. Qualcuno può chiamarlo la volontà di Dio, altri pietà. Per altri ancora un diritto che una società civile deve potersi permettere.
In buona sostanza e molto più semplicemente, è amore. L’ultima inquadratura del film non lascia alcun dubbio.

 

 Candidato agli Oscar 2014 e vincitore del premio César come miglior film straniero The broken circle breakdown / Alabama Monroe è un film imperdibile.

 

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