Regia di Hee-il LeeSong vedi scheda film
29° TORINO GAY&LESBIAN FILM FESTIVAL
Veramente una bella sorpresa questo film coreano presentato al Torino Gay & Lesbian Film Festival 2014 nell'ambito della rassegna dedicata al regista Leesong Hee-il. White Night (Baek-ya in originale) è il primo capitolo di una "trilogia queer" del regista, che si compone anche di due cortometraggi (Suddenly Last Summer e Going South). Questo invece è un lungometraggio vero e proprio, seppur abbastanza breve (75 minuti).
L'azione è concentrata in una notte, che il corriere Tae-Joon e lo steward Won-Gyu trascorrono insieme nelle strade gelate di Seul. Lo steward, che vive ormai in Germania dove lavora per una compagnia aerea tedesca, è di passaggio per pochi giorni nel suo paese, e cerca su una chat un incontro sessuale con un connazionale. Ma l'incontro, che doveva essere fugace e privo di coinvolgimenti, con Tae-Jon si tramuta subito in un brusco scontro di caratteri, che però non possono fare a meno di attrarsi come due calamite. Il film ci mostra i due personaggi respingersi ed inseguirsi (c'è anche una bella scena di di corsa!) nell'atmosfera magica e rarefatta della notte nella capitale coreana, allacciando un rapporto che sembra difficile costruire ma anche spezzare. Won -Gyu soprattutto è un personaggio enigmatico, dal comportamento apparentemente contraddittorio ed inspiegabile. Scopriremo che non ha superato il trauma di un'aggressione omofoba che l'ha spinto a lasciare la Corea: da quel momento vive costantemente in transito, incapace di mettere radici da qualche parte. Tae-Joon, seppur di estrazione sociale inferiore, sembra più sicuro di sé ed è in cerca di quaIcosa di più di un fugace incontro di sesso in un bagno pubblico. Il film termina con un finale aperto, che però poi il regista (presente in sala ed intervistato con l'ausilio di una traduttrice al termine della proiezione) spiegherà essere in realtà positivo (il rumore del motore della moto, a schermo ormai nero, ci suggerisce che Tae-Joon sta tornando indietro per seguire il taxi che porta Won-Gyu all'aeroporto).
Il regista racconta la storia alternando i primi piani sui volti ed i gesti dei due protagonisti (molto bravi) con le affascinanti immagini in notturno della grande città (splendida la fotografia del film). Il ritmo del film è lento, ma il fascino che esercita il suo stile realistico e nello stesso tempo poetico è innegabile.
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