Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
alla ricerca di promesse e conferme che non riuscirà a trovare aida la incontriamo su una strada di campagna che costeggia un tratto di ferrovia e la lasciamo nel piazzale di una stazione con la lapidaria lettera di addio di lorenzo, il ragazzino che si era perdutamente innamorato di lei. nel mezzo aida vivacchia a parma dove è giunta alla ricerca del ragazzo che ha millantato quelle promesse e quelle conferme che hanno convinto aida a lasciare piero e la sua piccola band da balera. siamo a parma, anche se parma alla fine è più intuita, attraverso la meravigliosa villa dei fainardi(che dovrebbe essere quella sulla via emilia, ormai fagocitata dalla grande arteria stradale e dalle costruzione che crescono lungo queste vie fuori dalle cttà, tutte uguali), il teatro farnese all'interno della pilotta tutto in legno splendido e alcuni scorci della parma vecchia forse oltre torrente e del lungo parma... più un'idea, un pensiero che un luogo. sia da parte di chi vive quella città ricca, opulenta, che vive e scorre lenta, bella e snob, altezzosa che fa capo ad una campagna della bassa ricettacolo di canicola, afa, zanzare, e soprattutto per chi quella città non la conosce e la vive da turista per caso, da mantenuta alla ricerca del farabutto che l'ha portata dalla sua milano(doppiata meravigliosamente da adriana asti, mi è parso di capire). parma è più che una location, daltronde i suoi punti cardine riconoscibili tipo il duomo, il battistero, la stessa pilotta così enorme e così ridotta dopo i bombardamenti non sono nemmeno presi in considerazione perchè aida non è lì per fare turismo. aida ha un 'urgenza che parma le placa momentaneamente nell'intravista possibilità di un soggiorno pagato. un gioco che da donna navigata nonostante l'età, crede di riuscire a gestire. ma è il confronto con il tutore di lorenzo(un sempre mirabile romolo valli, morto troppo presto accidenti)che le fa lasciare il cuscino di parma. andarsene deve e lei se ne va. insultata nel suo ruolo di donna sfruttata e abbandonata. claudia cardinale nel suo periodo migliore, dove da i risultati migliori, cullata e adorata da registi che le cuciono addosso ruoli perfetti. una donna-bambina in perenne bilico sul ruolo di sfruttata e sfruttatrice del proprio ruolo. un film estremamente malinconico, girato d'estate, ma di quelle estati che già preludono e fanno intuire l'autunno che verrà. i grandi film dei nostri anni 60.
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