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Il caso Kerenes

Regia di Calin Peter Netzer vedi scheda film

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La recensione su Il caso Kerenes

di Peppe Comune
8 stelle

Cornelia Kerenes (Luminita Gheorghiu) è un' esponente di spicco dell'alta società romena. Ha un attaccamento morboso per Barbu (Bogdan Dumitrache), il figlio trentaquattrenne su cui pretenderebbe di avere un controllo totale e che vorrebbe mettesse in pratica tutti i suoi consigli. Non accetta di buon grado il fatto che il figlio che se ne sia andato a vivere in un appartamento tutto suo e neanche vede di buon occhio la relazione con Carmen (Ilinca Goia). Un giorno, mentre Cornelia si trova in compagnia di amici ad una rappresentazione teatrale, riceve la notizia che Barbu, nel tentativo di sorpassare un auto guidando ben oltre la velocità consentita, investe mortalmente un ragazzo di quattordici anni. Aiutata dal marito (Florin Zamfirescu), la donna prende decisamente in mano la situazione : occorre subito corrompere le prove per evitare che Barbu finisca sotto processo e riceva una condanna sicura.

 

Luminita Gheorghiu

Il caso Kerenes (2013): Luminita Gheorghiu

 

"Il caso Kerenes" (Orso d'oro a Berlino) di Colin Netzer e un'opera fintamente clausrofobica, un film ambientato per lo più in (pochi) spazi chiusi ma che tuttavia si apre a ventaglio sull'anima claudicante di una nazione intera. L'autore romeno imprime al film un ritmo cadenzato che fa emergere il dramma da ogni inquadratura, un dramma che è familiare ma anche più collettivo, che si concentra sul problematico rapporto tra una madre onnipresente e un figlio insicuro ma che, proprio attraverso questo rapporto posto sul limite di un implosione definitiva e liberatoria, riflette il carattere di un paese ancora irrisolto. In tutta la prima parte del film si ha cura di delineare questi due aspetti in maniera abbastanza chiara, da quando veniamo subito a sapere delle conoscenze altolocate di Cornelia, a quando si reca al posto di polizia con tutto il carico di telefonate "influenti" che l'hanno preceduta e con l'inappellabile intenzione di iniziare sin da subito a mistificare le prove che colpevolizzerebbero il figlio. Passando per la festa di compleanno di Cornelia (con sottofondo musicale rigorosamente italiano con le canzoni di Nino D'Angelo e Gianna Nannini), dove è presente buona parte dell'alta società di Bucarest, e per "l'interrogatorio" effettuato da Cornelia alla donna delle pulizie sulle faccende anche minute che accadono nell'appartamento di Barbu. La bravura di Netzer sta nel fatto che in tutta questa prima parte, senza esplicitare alcunchè, rende subito chiari, sia la presenza di una madre decisionista da cui il figlio cerca di svincolarsi, sia il fatto che nella Romania del dopo Nicolae Ceausescu i poteri forti possono ancora indirizzare a loro piacimento il corso degli eventi. Il dramma più grande che racconta il film è quello di un paese attraversato da profonde iniquità sociali, un paese dove i "signori" della capitale vengono guardati con diffidenza e ostilità (come è dimostrato in un paio di sequenze) non appena si recano in periferia per il semplice fatto che la conservazione della loro condizione sociale costa la persistente condizione di precarietà che grava sulla maggior parte del popolo romeno. Colin Netzer usa un dramma familiare, che persiste e resiste alla vicenda dell'incidente, per mettere in luce quello che, a mio avviso, rappresenta l'aspetto centrale del film : lo scarto generazionale che di fatto rende difficile la comunicazione tra chi, memore delle esperienze socio culturali da poco trascorse, gioca con i fatti per piegare la verità al perseguimento di interessi di casta, e chi non è ancora abbastanza forte da potersi affrancare dalla insicurezze che gli sono state inculcate e decidere da solo la strada da intraprendere. Il cordone ombelicale che tiene legato il "vecchio" e il "nuovo" agisce su un paese dove la ricattabilità di chi sta sotto conserva un rapporto speculare con la pretesa all'impunità di chi sta sopra. "Per evitare un procedimento penale : primo, sistemare le prove ; secondo, parlare con il perito ; terzo, contattare i genitori del bambino per convincerli a ritirare la denuncia. Potremmo noi pagare le spese del funerale, come primo passo almeno", dicono tra di loro Cornelia ed il marito, in un modo che non tradisce alcun imbarazzo, come se l'incidente fosse una cosa fastidiosa ma risolvibile, come se l'esito positivo della vicenda fosse un atto dovuto all'integrità della loro posizione sociale. Come se si trattasse di regole non scritte che si ripetono e si ripeteranno sempre uguali e sempre a protezione dei più forti. Cornelia e Barbu incarnano alla perfezione questa "asimmetrica" dualità caratteriale che attraversa il paese, con il decisionismo accentratore della donna e i deboli slanci di autonomia del ragazzo. Cornelia agisce come un ombra sulla personalità del figlio impedendogli di farla emergere del tutto, è ammalata di protezione nei suoi confronti perchè crede che "i genitori si realizzano attraverso i figli". La sua natura prevaricatrice non gli fa rendere conto che, così facendo, ogni autonomo gesto di libertà del figlio è inficiato dalla paura di non esserne all'altezza, ogni slancio in avanti è appiattito dall'insicurezza, ogni germe di vitalità abortisce ancor prima di nascere. Emblematico è l'intenso dialogo tra Cornelia e Carmen, dove quest'ultima gli confida che il suo rapporto con Barbu è in crisi a causa, soprattutto, della paura ossessiva dell'uomo di mettere al mondo un figlio. Evidentemente, Barbu ha paura di prolungare, insieme all'inadeguatezza del suo carattere, la natura genetica di problemi sociali che non si risolveranno mai. Il finale (molto bello) a casa dei genitori del ragazzino morto apre qualche spiraglio alla speranza pur essendo tutt'altro che consolatorio. É tutto giocato sul contrasto tra la dignità di persone povere che non sono disposte a vendersi e la presunzione di chi crede di poter comprare ogni cosa ; tra il dolore di una madre che sta impegnando tutte le sue forze per garantire un futuro immacolato al figlio e lo strazio di una famiglia che è rimasta vittima del passato del suo paese. In questo quadro, Barbu potrebbe intervenire a colmare distanze che sembrano incolmabili e rappresentare la colpa che non accetta impunità. Potrebbe non risolvere niente, ma sarebbe già un passo avanti.

"Il caso Kerenes" è un grande film che dimostra ulteriormente la vitalità originale del cinema romeno.

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