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Il caso Kerenes

Regia di Calin Peter Netzer vedi scheda film

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La recensione su Il caso Kerenes

di FilmTv Rivista
10 stelle

Cornelia Kerenes ha 60 anni. È un’esponente dell’alta borghesia rumena e, soprattutto, una madre. Importuna e impudente. Barbu, suo figlio, di anni ne ha 34, di cui gli ultimi passati a fuggire con affanno dal respiro apprensivo di Cornelia. E, inconsciamente, a tornare sempre a lei, come se il cordone ombelicale fosse un giogo. Stretto. O, più precisamente, la corda elastica del bungee jumping, per cui a ogni andata corrisponde un ritorno di uguale intensità. Così quando Barbu, allo zenith dell’irresponsabilità, uccide in un incidente stradale un quattordicenne, alla madre è data la possibilità di riappropriarsi prepotentemente del proprio bimbo cresciuto, di tornare a decidere del suo destino: e mentre lui lenisce le poche ferite di corpo e spirito, lei fa di tutto per non farlo rinchiudere in prigione. E per tenerlo, nuovamente, nella sua. L’omicidio di un giovane è dunque, per Cornelia, un’occasione. Non c’è mai, nel film, una riflessione sulla tragedia, una domanda su ciò che è bene e ciò che è male, un interrogativo su quale sia la verità. Perché non conta. Contano i privilegi di una classe sociale su un’altra, i favoritismi che Cornelia riesce a ottenere, conta il denaro con cui cerca di comprare tutto. La Legge. Il perdono. Così, a fronte di una famiglia che perde un figlio, lei ritrova il suo. E il dramma di un futuro negato, le lacrime di chi piange il lutto sono ridotti a elementi di una prassi, di un iter burocratico, di una guerra personale da affrontare con preciso calcolo, mirata strategia. A 24 anni dalla fine del regime di Ceausescu la Romania continua a confrontarsi con un passato (Cornelia), un Potere, un tipo antropologico abituato a falsificare il reale, adattandolo al proprio scopo, a scapito del popolo. Barbu, di tutto ciò, è il frutto, l’eccesso. La vittima, persino. Netzer mette in scena lo scontro tra la realtà che s’accumula nella lunga durata delle inquadrature e la realtà costruita da Cornelia. Ed è uno scontro grottesco e feroce. Violento. Scritto mirabilmente dal regista insieme a Razvan Radulescu, responsabile del miglior cinema rumeno degli ultimi 20 anni, Il caso Kerenes è un chirurgico dramma edipico, furiosamente politico, girato come fosse un poliziesco di Michael Mann. Orso d’oro (meritato) alla Berinale 2013.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 25 del 2013

Autore: Giulio Sangiorgio

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