Barbu (Bogdan Dumitrache), adulto prepotente, è un uomo di 32 anni soffocato dall'amore invadente della madre Cornelia (Luminita Gheorghiu), che continua a considerarlo ancora un bambino. Cresciuto in un ambiente in cui i soldi possono comprare tutto, Barbu ha un tragico incidente stradale durante il quale uccide accidentalmente un ragazzo. Per proteggere il figlio, Cornelia fa tutto ciò che è in suo potere per evitare che il figlio venga accusato di omicidio.
Approfondimento
IL CASO KERENES: L'AMORE SOFFOCANTE DI UNA MADRE
Il caso Kerenes del regista rumeno Calin Peter Netzer (Medalia de onoare), presentato in concorso al Festival di Berlino 2013, dove ha poi vinto l'Orso d'Oro, racconta la relazione tra una madre dominante e il suo figlio adulto. Seppur con toni emozionanti e talvolta umoristici, Il caso Kerenes cerca di indagare quali effetti abbia l'amore soffocante dei genitori e quali segni lasci sulla personalità dei figli. Contemporaneamente, però, il film è anche un ritratto vivido dell'alta classe rumena degli anni Duemila, della corruzione dilagante e dell'influenza che i soldi hanno tra le fila delle istituzioni sociali di base. Protagonista principale della storia è la sessantenne Cornelia, una donna resa infelice dal desiderio tardivo del figlio Barbu, ormai trentaquattrenne, di rendersi indipendente. Andato via di casa e fidanzato con una ragazza che non soddisfa gli alti standard della madre, Barbu cerca a modo suo di crescere quando finisce coinvolto in un tragico incidente stradale. Con il figlio sotto shock, per Cornelia è facile usare denaro e conoscenze per esercitare il suo potere e riaccoglierlo sotto la sua ala protettiva, confondendo i limiti dell'amore materno con quello della manipolazione. A interpretare Cordelia è l'attrice Luminita Gheorghiu, conosciuta in Italia per i suoi ruoli in Francesca e A Est di Bucarest, mentre Barbu è interpretato da Bogdan Dumitrache. Con la macchina da presa che, muovendosi come in un documentario, analizza - ma sarebbe meglio dire psicanalizza - i personaggi, Il caso Kerenes offre uno spaccato di vita autentico che porta lo spettatore a capire le motivazioni di ogni personaggio e provare quasi compassione nei confronti di una famiglia sfregiata dai propri sentimenti. Il forte approccio emotivo di Netzer e la precisione microchirurgica della sceneggiatura di Razvan Radulescu (autore di La morte del signor Lazarescu e supervisore dello script di 4 mesi 3 settimane 2 giorni) - incentrata su temi come il perdono, l'accettazione e la comprensione - contribuiscono poi a rendere la storia universale facendo quasi passare in secondo piano la radiografia della società rumena e dello stile di vita dei nuovi ricchi.
Note
A 24 anni dalla fine del regime di Ceausescu la Romania continua a confrontarsi con un passato (Cornelia), un Potere, un tipo antropologico abituato a falsificare il reale, adattandolo al proprio scopo, a scapito del popolo. Barbu, di tutto ciò, è il frutto, l’eccesso. La vittima, persino. Netzer mette in scena lo scontro tra la realtà che s’accumula nella lunga durata delle inquadrature e la realtà costruita da Cornelia. Ed è uno scontro grottesco e feroce. Violento. Scritto mirabilmente dal regista insieme a Razvan Radulescu, responsabile del miglior cinema rumeno degli ultimi 20 anni, "Il caso Kerenes" è un chirurgico dramma edipico, furiosamente politico, girato come fosse un poliziesco di Michael Mann. Orso d’oro (meritato) alla Berlinale 2013.
Si chiama Cornelia, come la madre dei Gracchi, la protagonista di questo film che ha un figlio, Barbu, il suo gioiello più prezioso: lo cura, lo vezzeggia, si specchia in lui.
Una storia se vogliamo semplice, ma con una messinscena di più che buon livello, che cattura l'attenzione con una credibile drammaticità. La maggior parte degli attori sono molto bravi. Doppiaggio itaiano più che buono. Unica critica alla macchina da presa inutilmente traballante. I commenti negativi sono a mio parere incomprensibili.
Se un film che parla di genitorialità utilizzando come sfondo la corruzione della società rumena vi incuriosisce, se avete voglia di scoprire un cinema diverso e se volete fare un primo passo nella new wave rumena "Il caso Kerenes" può essere una buona scelta.
Con le sue lungaggini narrative e una struttura asciutta, il film di Netzer si alterna fra momenti laceranti e tableaux vivants lancinanti. Particolarmente brava l'attrice Luminita Gheorghiu.
Netzer si conferma uno dei uno dei più dotati registi e sceneggiatori della nuova generazione rumena, per la quale ha vinto l’ Orso d’ Oro al festival di Berlino 2013. Ottima sceneggiatura e recitazione a regola d'arte.
Cornelia Kerenes (Luminita Gheorghiu) è un' esponente di spicco dell'alta società romena. Ha un attaccamento morboso per Barbu (Bogdan Dumitrache), il figlio trentaquattrenne su cui pretenderebbe di avere un controllo totale e che vorrebbe mettesse in pratica tutti i suoi consigli. Non accetta di buon grado il fatto che il figlio che se ne sia andato a vivere in un appartamento… leggi tutto
Se la recente cinematografia rumena si occupa di leggere la trasformazione sociale del paese, di usare temi forti e significativi, di sfruttare idee creative e disturbanti con uno stile lucido e sobrio senza beneficiare di grandi mezzi produttivi, allora Il caso Kerenes può tranquillamente iscriversi fra l’ottima serie di film provenienti da quell’area europea. Trentenne di buona famiglia… leggi tutto
Barbu (Bogdan Dumitrache), questo figlio di 34 anni, se n’era andato per i fatti suoi insofferente per la presenza arrogante e soffocante di sua madre: non aveva mai perso occasioni per mostrarle ostilità, e ora, contro il parere di lei, era andato a vivere con la donna amata.
In un contesto familiare, di gente ricca di denaro e di amicizie influenti, era…
Dopo 4 MESI 3 SETTIMANE 2 GIORNI, intenso e lucido ritratto degli ultimi anni del regime comunista rumeno diretto dal giovane Cristian Mungiu che si e' aggiudicato la palma d'oro a Cannes nel 2007, e' la volta di Calin Peter Netzer, un altro giovane e talentuoso regista rumeno che ci descrive invece la Romania liberaldemocratica del dopo Ceausescu. Con uno stile talvolta teatrale, con pochi…
C’è sta signora ricca e influente, con le conoscenze giuste, utili in uno stato corrotto come il nostro, la Romania. Ha un figlio che la odia (non sarà chiaro il perché) ma che si mette nei guai perché investe un ragazzino. La signora invece ama morbosamente il figlio e farà di tutto per cercare che non venga rovinato dal gesto che ha compiuto. Fine.…
Un piccolo spaccato di un Paese rivoluzionato, negli ultimi venti anni, da un vuoto di potere che ha favorito, come sempre accade in questi casi (e l'Europa dell'Est è ricca purtroppo di questi esempi) da un lato l'arricchimento smisurato di una classe agiata sorta quasi dal nulla, dall'altro una povertà endemica e una corruzione diffusa. Non fa eccezione il caso della signora…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Barbu è il figlio trentaquatrenne di una famiglia potente che vive alla periferia di Bucarest. La mamma Cornelia, dal carattere oppressivo, controlla tutto nei minimi dettagli, e non si fa scrupolo di ricorrere ad amicizie influenti per risolvere i problemi della sua famiglia
Quando Barbu investe ed uccide un bambino, Cornelia mette in moto la sua macchina di potere e corruzione per…
"Il caso Kerenes" è un film del 2013 con il quale il regista Calin Peter Netzer ha partecipato alla Berlinale portandosi a casa un bel orsetto d'oro.
Tema principale del film è il rapporto morboso e possessivo di una madre nei confronti del figlio. Soltanto quando quest'ultimo causerà la morte di un bambino tramite un sorpasso azzardato i due avranno la…
Tempo fa proposi una lista di film ( Madre Padrona) , che prendeva in considerazione storie che parlassero del rapporto morboso tra madre e figlio ; tra i tanti contributi degli utenti @Kurtisonic mi consigliò questo Caso Kerenes .
Cornelia, la protagonista , è un perfetto esempio di Madre Padrona.
Donna matura , solida , capace e…
Figli intesi come oggetti di proprietà di cui magari vantarsi e mostrare al mondo ; un prolungamento della propria vita ; l'occasione per portare a termine un proprio progetto irrealizzato o, al…
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Commenti (10) vedi tutti
Si chiama Cornelia, come la madre dei Gracchi, la protagonista di questo film che ha un figlio, Barbu, il suo gioiello più prezioso: lo cura, lo vezzeggia, si specchia in lui.
leggi la recensione completa di laulillaUn Orso D'Oro da non perdere,cinema d'oltreconfine.
leggi la recensione completa di ezioUna storia se vogliamo semplice, ma con una messinscena di più che buon livello, che cattura l'attenzione con una credibile drammaticità. La maggior parte degli attori sono molto bravi. Doppiaggio itaiano più che buono. Unica critica alla macchina da presa inutilmente traballante. I commenti negativi sono a mio parere incomprensibili.
commento di scafoideSfiancante Pellicola ma con buoni Attori.voto.2.
commento di chribio1Mah, non so più che dire.
leggi la recensione completa di tobanisUn film dai due volti. Un'analisi impeccabile dei personaggi, ma l'assenza totale della magia cinematografica. Un po' troppo "verista". 6.5
commento di fra_pagaOttima recitazione, ma la sceneggiatura è troppo lineare e poco coraggiosa. Voto 6.
commento di ezzo24Se un film che parla di genitorialità utilizzando come sfondo la corruzione della società rumena vi incuriosisce, se avete voglia di scoprire un cinema diverso e se volete fare un primo passo nella new wave rumena "Il caso Kerenes" può essere una buona scelta.
leggi la recensione completa di RobocopXIIICon le sue lungaggini narrative e una struttura asciutta, il film di Netzer si alterna fra momenti laceranti e tableaux vivants lancinanti. Particolarmente brava l'attrice Luminita Gheorghiu.
commento di Stefano LNetzer si conferma uno dei uno dei più dotati registi e sceneggiatori della nuova generazione rumena, per la quale ha vinto l’ Orso d’ Oro al festival di Berlino 2013. Ottima sceneggiatura e recitazione a regola d'arte.
commento di fefy