Regia di Woody Allen vedi scheda film
Gli anni Quaranta raccontati come un amarcord, al centro del quale si trova la gloriosa stagione della radio. Trovato in un ragazzino di Long Island dalla capigliatura fulva il proprio alter ego, Woody Allen mette in scena, tra compunti toni nostalgici e divertenti siparietti autobiografici, la società americana di quegli anni. Ipocrisia e perbenismo, ingenuità e coesione sociale, mentre la guerra incombe, sono il quadro di riferimento. La cornice è la radio, con le cronache marziane di Orson Welles, le leggende metropolitane e i ventriliqui (!), i corsi di dizione e la musica jazz, le troppe distrazioni dallo studio. La struttura narrativa non va oltre la ricostruzione a sketch con registri spesso fellininani, aleggia un'aria divertita e complice tra gli attori, ma quando arrivano i titoli di coda del racconto del ritratto di quell'epoca rimane davvero poco.
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