Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Grande delusione. Siamo lontani anni luce dai primi e grandi film di Pasolini, addirittura sembra che il regista sia un altro. Non dico che sia realizzato tecnicamente male, perché sotto questo aspetto la mano del regista si sente, ma il materiale, il contenuto e il tono lasciano molto a desiderare. Non più la partecipazione e il dolore per le sofferenze degli ultimi, non più il lirismo e la poesia, ma una rappresentazione molto cinica e divertita di un'umanità allo sbando, fatta di egoisti, malvagi, ipocriti, pervertiti, patetici, libidinosi, ladri, adulteri, simulatori.... Su questi personaggi il regista sghignazza con indifferenza, e vuole far sghignazzare anche lo spettatore. Inoltre c'è un abbondare indiscutibile del cattivo gusto in tutto, dai rapporti umani da schifo alla rappresentazione compiaciuta di certe funzioni fisiologiche. I personaggi, inoltre, no sono dei veri personaggi ma delle caricature patetiche di tipi umani, degli idioti che a volte si ammantano di nobili propositi o comode coperture per le loro turpitudini. L'unico che mi è riuscito un filo simpatico è Ninetto Davoli, specie nell'episodio delle uova che non si rompono. Mi domando come il film abbia riscosso tanto successo, soprattutto fra i critici. Se uno vuole vedere scoregge, mogli infedeli, figlie e ragazzotti libidinosi basta che si guardi un film di Alvaro Vitali, senza scomodare Pasolini.
Mi rendo conto che questa recensione sarà molto impopolare, perché sono cosciente dell'alto indice di gradimento di questi ultimi film di Pasolini. Ma che volete, io la penso così. E dire che “Accattone” e “Il vangelo secondo Matteo” sono tra i film della mia vita.
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