Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Il secondo capitolo della Trilogia della vita, ideata e diretta da Pier Paolo Pasolini, è una raccolta di racconti ispirata dall'opera di Chaucer (che nella pellicola viene interpretato dallo stesso regista negli intermezzi che dividono i vari racconti) otto aneddoti per l’esattezza, alcuni dei quali Pasolini decide di rielaborarli in una chiave comica o grottesca mentre altri preferisce lasciarli così come sono.
Primo racconto: Ser Gennaio e la sposa Maggio – il mercante ser Gennaio perde momentaneamente la vista e così la sposa Maggio può unirsi col giovane amante Damiano;
Secondo racconto: il diavolo e l'inquisitore - il Diavolo fa in modo che un giovane popolano venga ucciso dal braccio dell'Inquisizione perché omosessuale. Il Diavolo, sotto spoglie umane, fa amicizia poi con l'inquisitore che ha fatto uccidere il reo, però Satana, vedendo che l'uomo prova molto piacere nell'avere purgato la Terra da quel condannato, decide di prendersi anche la sua anima;
Terzo racconto: Perkin il festaiolo – ispirandosi al personaggio di Charlot, il buffone Perkin viene coinvolto in un intrigo amoroso e poi cerca di trovarsi lavoro, creando solo scompiglio nella città di Oxford;
Quarto racconto: Nicola e Alison – un giovane seduce Alison, moglie del falegname Giovanni, e quando rischia d'essere scoperto, si finge veggente e prevede l'arrivo del nuovo Diluvio Universale;
Quinto racconto: la donna di Bath – nel villaggio di Bath, una matrona sposa lo studente Giannozzo, però la felicità non dura a lungo;
Sesto racconto: gli studenti e il mugnaio – a Cambridge, due studenti passano una notte favolosa rispettivamente con la moglie e la figlia Molly del mugnaio Simone. Al mattino l'amante di Molly, sbagliando letto e credendo di conversare con il suo amico, racconta tutto: in realtà colui che è a letto è il mugnaio;
Settimo racconto: i tre amici e "la Morte" – tre studenti d'animo crudele vengono raggiunti da un vecchio che predice loro una brutta fine. I giovani non si spaventano, ma quando due di essi ingeriscono un vino avvelenato portato dal terzo a sua volta pugnalato da costoro, presto si ritrovano in compagnia del Cupo Mietitore;
Ottavo racconto: il frate avido - un frate gaudente cerca di guadagnare tanto cibo in cambio dell'estrema unzione a un moribondo: quella stessa notte riceve in convento un angelo, che lo conduce all'Inferno per fargli vedere le tremende punizioni che spettano ai frati che sovvertono il messaggio di Cristo.
Tutte le storie sono collegate all'arrivo d'un gruppo di pellegrini al santuario di Canterbury, tra i quali v'è il poeta Geoffrey Chaucer, che durante le pause in osteria con gli amici, scrive e racconta novelle a scopo moraleggiante e di diletto per il pubblico.
Ancora una volta PPP dimostra di saper maneggiare i racconti di un tempo, di valorizzarli attraverso la propria visione che pur utilizzando una sessualità esplicita non disturba mai lo spettatore ma anzi lo diverte e lo lascia riflettere. L’arte ritorna in più forme ma risulta sempre onnipresente, dalla citazione della visione infernale dei quadri di Bosch nell’ultimo episodio, all’imitazione dei poeti maledetti che urinavano sui versi dei colleghi nei locali di fine ottocento. Un altro film che si lascia guardare senza contare i minuti che mancano alla fine della visione, dimostrazione che PPP nelle ultime pellicole sembra aver trovato il modo di arrivare alla sua gente.
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