Regia di Roger Corman vedi scheda film
Tre episodi. Dopo essere cresciuta lontano da lui, Lenora torna a trovare il padre, ossessionato dalla moglie che morì poco dopo aver dato alla luce Lenora. Un ubriacone, tradito dalla moglie con un amico, mura vivi gli amanti in cantina: ma si dimentica dell'odiato gatto di casa. Un ipnotizzatore tiene in vita la mente di un amico morto, facendole fare ciò che vuole; la vedova e il medico del defunto si oppongono all'uomo.
Regia di Roger Corman, sceneggiatura di Richard Matheson da tre racconti di Edgar Allan Poe – tra i quali il celeberrimo Il gatto nero – e Vincent Price protagonista in ogni episodio: le premesse sono ottime e si può dire che vengano grosso modo rispettate. In particolare proprio la trasposizione de Il gatto nero risulta efficace e vivida nelle scelte registiche lievemente sperimentali (la sequenza del delirio della testa staccata è memorabilmente esemplare) e nell'affidare a Peter Lorre il ruolo del marito tradito ubriacone; le scene insieme a Price sono estremamente godibili e Joyce Jameson, nella parte della moglie disperata di Lorre, chiude grandiosamente il triangolo di interpreti centrali del segmento. Gli altri due episodi non spiccano particolarmente per originalità, ma nel loro contesto (apertura e chiusura del film, con minor minutaggio rispetto all'episodio centrale) funzionano. Il buon riscontro ottenuto dalla pellicola fece sì che l'anno successivo uscisse The raven (in Italia distribuito, come sempre con eccelsa fantasia, come I maghi del terrore) con Price, Lorre e Boris Karloff, sempre tratto da Poe con la penna di Matheson e la regia di Corman. 6/10.
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