Regia di Bruce La Bruce vedi scheda film
Gerontophilia va ad occupare un buco, quell’evidente mancanza nel cinema “a tesi” che mira ad osservare tutte le cosiddette “devianze” degli esseri umani, e questo è il caso proprio del particolare orientamento definito dal titolo, mai trattato in maniera così esplicita (forse The mother di Michell?). Bruce LaBruce però ha la capacità di mascherare il leggero didascalismo ricorrendo a ironia, sarcasmo, imprevedibilità, con una verve un po’ stancante nonostante il film duri anche meno di un’ora e mezza. Il protagonista, giovane figlio di una madre distante e lontana, si scopre profondamente attratto da un anziano ricoverato nella clinica dove lavora, nonostante abbia già una relazione ben avviata e particolarmente vivace con una giovane ragazza. Lake infatti non si limita a disegnare sul suo taccuino il corpo consunto degli anziani ricoverati, ma finisce per decidere di scappare con il signor Peabody alla ricerca della libertà e della naturale affermazione di se stessi. L’originalità, l’imprevedibilità, finiscono tutte sulla superficie, mentre sullo sfondo sta la solita quasi malsana idea che si possa rendere interessante un tema alla lunga usurato come la libertà sessuale solo trattando un tema superficialmente nuovo. Certo si deve apprezzare la delicatezza anche sarcastica dei toni con cui LaBruce inquadra la vicenda, ma il film non sfocia mai in conclusioni realmente rivelatorie, e poiché si appaga di un banale happy ending, si rivela in ogni caso consolatorio, contento di poter confermare la nuova libertà acquisita di Lake. Peccato che spesso si tradisca la volontà di voler creare empatia tra spettatore e personaggio, e peccato che questa empatia non attacchi mai, vuoi per l’eccessiva presenza di una scorza ironica, vuoi per il definitivo disinteresse che destano i personaggi, se non forse la giovane ragazza, Desirée, interpretata da una divertente e scatenata Katie Boland, che ci piacerebbe vedere più spesso. È chiaro però che della tanto nominata spinta “rivoluzionaria”, nel film, non ci sia nemmeno l’ombra. Tutto scorre liscio senza scalfire granché le nostre certezze.
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